Anna Oliverio Ferraris

Mutismo elettivo

Ci sono situazioni in cui scopriamo dei lati così negativi di un nostro genitore da decidere di troncare ogni dialogo con lui. Per risarcire, almeno in parte, questo vuoto relazionale si cercano allora dei modelli fra altri adulti.

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È il primo caso di adolescente con questo disturbo che capita al dottor Emilio, psicoterapeuta dello sviluppo. Gli erano già capitati, in passato, casi di bambini che parlavano normalmente in famiglia, ma non riuscivano a spiccicare parola a scuola. Il dottor Emilio sa che i bambini con questa difficoltà non stanno mettendo in atto un comportamento intenzionalmente oppositivo, non cercano di attirare l’attenzione di chi li circonda, ma, al contrario, sono sopraffatti dall’ansia e dalla timidezza e se si rendono conto di essere oggetto di attenzione assumono comportamenti rigidi e impacciati, evitano il contatto oculare, giocherellano con qualcosa o cercano di nascondersi.

Casi del genere li si può trovare anche in età adulta e adolescenziale. Si tratta di una forma di fobia sociale che dà agli altri l’impressione di volerli ignorare, anche se ciò non è affatto nelle loro intenzioni. 

Un caso come questo non gli era ancora capitato. Alessio (15 anni) ha smesso da un giorno all’altro di rivolgere la parola a suo padre, cosa che prima di allora faceva normalmente. Poiché non ha voluto dare spiegazioni del suo improvviso e persistente mutismo il padre lo ha obbligato ad andare in terapia.

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Questo articolo è di ed è presente nel numero 269 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui