La paura ha mille volti e una sola mente
Ricerche recenti ci mostrano come i pregiudizi e le paure dell’estraneo, di restare soli e dell’ignoto abbiano tutti la stessa base. Sono, cioè, manifestazioni differenti di un’unica proprietà della mente: quella di proteggerci dai pericoli. Che essi siano reali o presunti, basta che la nostra mente creda in loro.
![la paura ha mille volti e una sola mente.jpg](/media/filer_public_thumbnails/filer_public/bf/f5/bff58bb0-4459-4892-81cd-65ad2ffa7f0d/la_paura_ha_mille_volti_e_una_sola_mente.jpg__1200x675_q85_crop_subsampling-2_upscale.jpg)
Quando ho iniziato a studiare psicologia, nei primi anni Ottanta, ero attratto dall’apprendimento e dalle leggi della percezione. Per i lettori della rivista che non hanno familiarità con queste ultime si tratta di una serie di “fattori” che descrivono come la nostra mente organizza la percezione in un processo unitario e coerente.
La percezione non è un processo passivo, come ci si potrebbe attendere, ma è attivo e subordinato a principi organizzativi generali che prendono appunto il nome di “leggi della forma” o Gestalt. Un esempio è la legge della “chiusura”, per cui tendiamo a percepire come chiuse figure che in realtà non lo sono, per esempio due semicerchi distanziati di poco. Oppure tendiamo a “unire i puntini” per dare significato alle forme e, in generale, a coglierne sempre l’insieme unitario “ricomponendo” segmenti che si strutturano in un legame ben equilibrato.
![](/static/img/anim.gif)
Vuoi proseguire la lettura?
Accedi per leggere l’articolo completo. Altrimenti crea un account sul nostro sito e scopri tutti i vantaggi riservati agli utenti registrati.
Accedi![](/media/issues_cover/PC266.jpg.300x0_q95.jpg)
Questo articolo è di ed è presente nel numero 266 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui