Decido io come tu mi fai stare
Sentirsi vittime di un narcisista, soprattutto nell’ambito sentimentale, non deve diventare un alibi per non far valere la nostra personalità nel rapporto.
![decido-io-com.jpg](/media/filer_public_thumbnails/filer_public/7f/44/7f44296e-168c-4cea-a79f-f5113c317800/decido-io-com.jpg__1200x675_q85_crop_subsampling-2_upscale.jpg)
Tutti conoscono il significato del termine “narcisismo” e in particolare da dove proviene. Il mito di Narciso è infatti uno dei più noti e, nonostante abbia avuto svariate versioni, da quelle elleniche a quelle romane, il suo messaggio è sempre lo stesso: una sorta di ammonimento morale per i giovani che rifiutano l’amore altrui in quanto amano eccessivamente sé stessi. Lo so, ho un po’ ridotto all’osso il mito, ma è questo il senso che esso ha cercato di infondere per secoli nella mente degli esseri umani. Un eccessivo amore per sé stessi ci porta a non vedere l’amore altrui e a trattare male le persone che ci dimostrano questo sentimento così nobile e sano.
Che i miti abbiano un insegnamento morale di fondo è noto sin dall’antichità ed è per questo che erano parte integrante dell’apprendimento di ogni giovane ragazzo che decideva di intraprendere un percorso di studi. Tuttavia, a trasporre nell’epoca moderna i miti antichi non ci ha pensato solo la letteratura, ma anche Freud. Il quale ha fatto ampio uso dei miti antichi per spiegare ciò che osservava nella propria clinica e per dare nuova forma a vecchi modi di catalogare la psicopatologia.
![](/static/img/anim.gif)
Vuoi proseguire la lettura?
Accedi per leggere l’articolo completo. Altrimenti crea un account sul nostro sito e scopri tutti i vantaggi riservati agli utenti registrati.
AccediContenuti esclusivi per registrati:
![](/media/issues_cover/Anteprima_283.jpg.300x0_q95.jpg)
Questo articolo è di ed è presente nel numero 283 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui