LIBRI PER LA MENTE: "La scacchiera di Auschwitz" e "Oblio"
Il senso di colpa che nasce dal giudizio negativo che si dà di sé, quando si sente di aver tradito il proprio codice morale o di avere danneggiato qualcuno, può provocare grande sofferenza. Pensare e ripensare agli errori compiuti o a ciò che si sarebbe potuto o dovuto fare diversamente può essere un tormento costante, ingiustificato e inutile quando i sensi di colpa sono immotivati e non legati alla realtà, ma non per questo meno dolorosi.
Per Emil Clément il senso di colpa è un compagno fedele, che non lo abbandona mai da quando, nel 1943, è stato deportato con la moglie e i figli ad Auschwitz. Sopravvissuto al campo di sterminio, Emil dedica la sua vita agli scacchi e all’odio per i tedeschi. Fino a quando, vent’anni dopo, durante un torneo di scacchi ad Amsterdam, non incrocia per strada l’ufficiale delle SS che amministrava il campo. Quell’incontro lo sconvolge e lo costringe a fare di nuovo i conti con l’orrore vissuto ad Auschwitz, con i ricordi di quei giorni e con l’accordo stretto proprio con Paul Meissner, con cui aveva accettato di giocare a scacchi in cambio di vite umane. Ad ogni partita vinta, Emil avrebbe potuto salvare un prigioniero. Ma anche per quell’accordo il senso di colpa non lo aveva più lasciato: nonostante avesse sconfitto tutti i giocatori con cui si confrontava, non era riuscito a salvare Yves, l’amico con il quale divideva la cuccetta al campo. Così come non aveva potuto salvare i figli e la moglie. Neppure Meissner, diventato vescovo dopo la prigionia per crimini di guerra, riesce a perdonarsi di essere stato testimone dell’orrore senza far nulla per evitarlo. Forse da quell’incontro i due uomini potranno iniziare un percorso per imparare a perdonare loro stessi e tacitare il senso di colpa?
La scacchiera di Auschwitz - John Donoghue, Giunti, 400 pp., 8.90 €
Vuoi proseguire la lettura?
Accedi per leggere l’articolo completo. Altrimenti crea un account sul nostro sito e scopri tutti i vantaggi riservati agli utenti registrati.
AccediQuesto articolo è di ed è presente nel numero 284 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui