Le mamme di oggi riescono a tollerare il dolore dei figli?
«Ti prego, sii felice»: una complicata richiesta alla base del nuovo patto, forse troppo collaborativo, che la mamma postmoderna stipula con il figlio.
Negli ultimi decenni è avvenuto un vero e proprio stravolgimento nel modo di intendere e interpretare la famiglia nelle sue principali dinamiche e nei suoi principali modi di esprimere affetti e gestire relazioni. Gli ingredienti che la costituiscono sono del tutto nuovi: diverse modalità di interpretare lo sviluppo e la realizzazione del Sé adulto hanno influenzato la relazione di coppia e i suoi antichi rituali, così come il criterio di vivere i ruoli materni e paterni.
UNA SOCIETÀ PUEROCENTRICA
Se ci si concentra sui figli, le infanzie odierne appaiono più serene di un tempo, meno gravate da conflitti o violenze, grazie al fatto che nell’ultimo mezzo secolo sono stati fatti moltissimi sforzi, almeno nella nostra metà del mondo, per garantire ai bambini gioco, serenità, attenzione ai bisogni e sensibilità ai diritti. La famiglia affettiva, culla indiscussa delle ultime generazioni, si è messa al servizio del “cucciolo”, ha garantito ai figli molto impegno, cure amorevoli, grandi dosi di calore e vicinanza, un’attenzione e una dedizione impensabili in altre epoche.
Nella nostra società, non a caso definita “puerocentrica”, si sono rarefatti i momenti formali e impettiti attorno agli adulti e ai loro insegnamenti, mentre è sempre più comune cingersi intorno ai figli, rapiti e stupiti dalle loro molteplici competenze e imprese. Abbiamo cresciuto figli assai pensati, desiderati, cercati, a volte programmati solo dopo il conseguimento di molte altre mete evolutive, a volte attesi spasmodicamente in seguito all’ausilio di sofisticate tecnologie. Un livello di preziosità e iperinvestimento affettivo che difficilmente può essere immune da una moltitudine di proiezioni, aspettative e desideri di riuscita.
Vuoi proseguire la lettura?
Accedi per leggere l’articolo completo. Altrimenti crea un account sul nostro sito e scopri tutti i vantaggi riservati agli utenti registrati.
AccediQuesto articolo è di ed è presente nel numero 278 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui