Pietro Trabucchi

L’irresistibile tentazione del divano

Vediamo perché la conoscenza astratta dei vantaggi dell’attività fisica fatica a convertirsi in cambiamenti concreti nello stile di vita delle persone

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Ora, per favore, non tirate in ballo la mancanza d’informazione: sui benefici del movimento e sui rischi della sedentarietà oramai anche i più sprovveduti hanno orecchiato qualcosa. Anzi, ci troviamo nella condizione paradossale di sapere molte cose sui benefici del movimento, ma di muoverci ancora poco. A dire il vero, fino a qualche decina di anni fa si verificava la situazione opposta: tanti anziani di oggi hanno vissuto un’esistenza piena di attività fisica, pur ignorando l’esistenza di forti legami tra movimento e salute. Si sono mossi tanto perché lo richiedeva lo stile di vita di allora: le macchine erano poche, c’erano meno lavori sedentari, meno comodità. Queste persone spesso coltivavano atteggiamenti negativi nei confronti della pratica sportiva, vedendola come interferente con le priorità della famiglia e del lavoro; per cui fare esercizio fisico era da loro percepito come un investimento egoistico di energie, come una perdita di tempo o come uno spendersi in qualcosa di fatuo.

Oggi la percezione della pratica sportiva e dei benefici dell’attività fisica sembra cambiata: la gente è mediamente più consapevole dei benefici del movimento, o almeno lo è a livello astratto. Perché, appunto, sul piano fattuale lo stile di vita non è sempre capace di tradurre le indicazioni teoriche in prassi quotidiane. 

Lungi dal voler presentare accurate analisi socio-demoscopiche, direi che gli atteggiamenti nella popolazione possono essere ricondotti (ancorché con qualche forzatura) a 3 modelli fondamentali che faremo rappresentare da tre personaggi. Il primo è Trippo Seduto, e non deriva il nome da nessun capo pellerossa: si tratta di qualcuno che vive automobili ed ascensori come appendici insostituibili del proprio corpo e che concepisce l’attività fisica più come una molestia che come un’opportunità. È sovrappeso, iperteso, propenso a sviluppare la sindrome metabolica, un po’ depresso e perfettamente consapevole del fatto che fare sport migliorerebbe la sua salute. Poiché spesso possiede un livello di istruzione medio-alta conosce i rischi della sedentarietà, tuttavia non fa nulla per cambiare. Come mai? Negli ultimi anni i benefici dell’esercizio fisico sono stati ampiamente documentati e hanno ricevuto un’attenzione particolare da parte dei mezzi di comunicazione di massa. Eppure, nonostante questi vantaggi siano stati propagandati su larga scala, nulla garantisce che i soggetti di cui parliamo percepiscano tali benefici come raggiungibili. (CONTINUA...)

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L'irresistibile tentazione del divano - Pietro Trabucchi

Questo articolo è di ed è presente nel numero 274 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui