La perdita perinatale. Un dolore che si espande a cerchi concentrici
In senso ampio, la perdita perinatale è la morte della creatura durante la gravidanza, nel corso del travaglio o entro una settimana dalla nascita
Roberta si sottopone a un’ecografia di routine, alla fine del sesto mese di gravidanza, accompagnata dal marito Enrico. Entrambi avvocati quarantunenni, sposati da quattro anni, sono felici di aspettare Chiara, una figlia che, data la loro età, temevano non sarebbe arrivata. Più precisamente, tutta la famiglia estesa è in trepida attesa: Chiara sarà la prima nipote sia per i nonni materni che per quelli paterni. Quando la ginecologa inizia l’ecografia, Roberta capisce subito che qualcosa non va: l’espressione della dottoressa si fa contratta, lo sguardo grave. Roberta vorrebbe chiedere, ma la voce le si spezza in gola; sente l’angoscia che sale ed esplode alle parole che nessuna madre vorrebbe sentire: «Mi dispiace, non c’è il battito». Sono devastati, Roberta ed Enrico: entrambi sentono che il loro progetto di vita si spegne con Chiara e che per loro non ci sarà una seconda possibilità.
Luciana, un pomeriggio, è in macchina con la figlia più piccola, in attesa davanti alla scuola del suo primogenito, in orario di uscita. Quando scende dalla macchina si sente mancare; abbassa lo sguardo e si accorge che sta perdendo molto sangue. Si accascia a terra, sente alcune persone che la soccorrono e la rassicurano mentre chiamano l’ambulanza. In ospedale viene sottoposta d’urgenza a ecografia: senza saperlo è alla nona settimana di gravidanza, ma l’embrione non è più vitale. Luciana sente di aver perso non un embrione, ma il proprio bambino: «Non sapevo di essere incinta. L’ho visto una volta sola, in un’unica ecografia. Contemporaneamente l’ho conosciuto e l’ho perso», racconta piangendo. La perdita di Luciana è molto precoce, eppure, per la sua storia e per il momento di vita che sta attraversando, l’episodio l’ha segnata profondamente e il suo rammarico per il bambino che non nascerà non trova spazio per essere condiviso: che l’emorragia non fosse legata a un problema di salute è per tutta la sua famiglia un grande sollievo, e in fondo è fortunata perché ha già due splendidi figli.
Vuoi proseguire la lettura?
Accedi per leggere l’articolo completo. Altrimenti crea un account sul nostro sito e scopri tutti i vantaggi riservati agli utenti registrati.
AccediQuesto articolo è di ed è presente nel numero 284 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui