Giulia Lamarca

Come ricostruire

Cosa fare quando gli eventi della vita sembrano portarci via tutte le risorse? Dobbiamo trasformarci nel fior di loto, capace di nascere dal fango, di aprirsi alla luce e di sbocciare fiero.

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In un periodo in cui il mondo è chiamato a rinascere, scelgo questa metafora per portarvi una riflessione: la storia del fior di loto. Nella tradizione orientale, il fior di loto è conosciuto come simbolo di bellezza e perseveranza. Molti di voi si ricorderanno i colori che lo caratterizzano, ma forse pochi sanno da dove arriva e quali sono le sue origini. 

Il loto è una pianta acquatica, solitamente abita nei laghi, nelle pozze, nelle paludi, in ambienti spesso caratterizzati da fanghiglia, ma ovunque cresca, che sia in acqua pura o nella palude, quando sboccia manifesta la sua dirompente bellezza. Non importa dove si trovi, non si lascia intaccare dalla sporcizia che lo circonda, nulla riesce a distogliere la natura maestosa del loto. 

Così, esso emerge pulito anche dal fango, trasforma ogni scarto in alimento, si nutre e diventa più forte, riesce a trovare l’opportunità anche nelle avversità. In tal modo, malgrado l’ambiente circostante, persevera nel suo obiettivo: nascere, emergere. Non cerca di cambiare la situazione che lo circonda, ma muta al proprio interno e così è in grado di crescere e di superare gli ostacoli alzandosi fino a 60 cm d’altezza pur di sorridere al sole. 

Questa metafora è uno degli insegnamenti più preziosi che io ho avuto dalla vita. Nel periodo attuale, dove le nostre abitudini e quello che ci circonda continuano ad essere parzialmente ingestibili da parte nostra, credo che questa storia possa venirci in soccorso. Non dobbiamo spendere le nostre energie per cercare di spiegare e cambiare ciò che ad oggi ci circonda. Il fior di loto ci insegna a ripartire da noi stessi, da quello che noi possiamo fare, ci insegna che dobbiamo e possiamo ripartire dall’interno. 

Come ricostruire

Ma cosa significa ciò nella vita di tutti i giorni? Significa cambiare mindset, significa che dovremmo imparare a porci rispetto alla vita cercando prima di tutto le risposte alle nostre domande su noi stessi e su quello che è in nostro potere fare. Significa che mai come in questo periodo abbiamo l’occasione di fare tutti quei piccoli cambiamenti che abbiamo sempre posticipato dicendo: «Non è il momento giusto». Gli eventi della vita e il fior di loto ci insegnano che il momento giusto nella vita non esiste, è una favola inventata per cercare di dire che il problema non dipende da noi. Invece, tantissime cose dipendono da noi, soprattutto dalla direzione che noi diamo alla nostra vita. 

Questo fiore ha una direzione ben chiara: cerca la luce. Ogni mattina si alza con l’obiettivo di cercare la luce, persevera e persevera finché non la trova. E se non c’è luce? Come insegna la filosofia orientale, non esiste mai il buio totale, anche nel buio c’è un po’ di luce, ecco perché il fiore continua a cercarla. Forse un giorno ce ne sarà di meno, ma sorgerà sempre una nuova alba e magari il domani sarà più luminoso.

Certo, il sole fa la sua parte, ma la ricerca della luce dipende solo dal fiore. Così come la nostra direzione nella vita dipende solo da noi. Ecco quindi perché è così importante ripartire sempre da noi stessi, dai nostri valori, speranze e desideri. Conoscerli bene, capirli e coltivarli… e continuare a perseverare una volta scelta la nostra direzione. 

Dobbiamo essere noi a trasformare questa avversità in opportunità.

Potremmo dirci che il periodo di convivenza forzata vissuto con i nostri parenti nei mesi passati del lockdown è stato complesso e troppo difficile, oppure possiamo rianalizzare quel periodo vedendo ciò che in quei giorni abbiamo appreso. Potremmo scoprire che, in realtà, il tempo che dedichiamo al lavoro è eccessivo rispetto al tempo in cui ci sedevamo a tavola per mangiare e parlare consapevolmente. Potremmo interrogarci se il lavoro che facciamo ci soddisfa davvero e se magari non esserci andati per qualche mese è stato come respirare aria pulita. 

Alcuni di noi potrebbero avere idee nel cassetto che non avevano mai avuto il tempo di coltivare, e invece nella prima parte dell’anno sono riuscite ad abbozzarle e adesso vogliono continuare. Ristrutturare significa tutto questo e non c’è una risposta giusta o sbagliata, semplicemente una fase di stand-by può essere interpretata come una bussola che si è rotta e che ci sta dicendo: «Ora dimmi tu da che parte vuoi andare». E noi siamo lì, a poter ridecidere tutto. A dedicare più tempo alla famiglia, a cambiare lavoro, ad avviare un’attività, a cambiare Paese.

Lo so che non è facile, che tutti preferiremmo l’acqua limpida e pura rispetto a una palude fangosa. Io stessa, quando tante volte mi hanno dedicato questa metafora per raccontare di me, non l’ho mai presa bene, finché non sono andata in Cina in un lago pieno di fiori di loto ancora chiusi. Ci siamo seduti per un’ora ad aspettare, imitando gli abitanti del luogo, quando a un certo punto è accaduto qualcosa: il sole ha colpito il lago di fiori di loto e i fiori sono diventati luminescenti. In quel momento ho capito per la prima volta il vero significato della frase «Il più bel fiore nasce nelle avversità e risplende più di tutti gli altri».

Giulia Lamarca, psicologa, ama viaggiare e, insieme al marito Andrea, è una travel blogger. Insieme girano il mondo e lo raccontano attraverso il blog MyTravelsTheHardTruth.

Questo articolo è di ed è presente nel numero 282 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui