Gennaro Romagnoli

Il valore del trasgredire

A seconda del contesto, una nostra priorità può dover cedere il passo a un'altra esigenza. 

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Gli studi condotti sui bambini e sulla possibilità di scegliere come comportarsi hanno evidenziato quanto sia importante, da parte dei caregiver, lasciare la libertà di scelta anche in tenera età. Questo è un concetto particolare che viaggia sul filo del rasoio, perché si fa presto a pensare di non dare alcuna regola, come se queste fossero inscritte dentro di noi al modo che sarebbe tanto piaciuto al filosofo Immanuel Kant.

E se altri studi dimostrano che, in fondo, siamo capaci di autoregolarci in svariate situazioni, allora perché viviamo in una società dove la trasgressione e il tradimento sono così frequenti? Be’, se non c’è regola, non c’è trasgressione, mi verrebbe da dire in modo alquanto “leggero”, leggero ma non così superficiale come potrebbe apparire. Poco utile è ripetere che la nostra società è sempre più povera di valori: se un tempo si evitava il tradimento per motivi religiosi, oggi sono sempre meno le persone che prestano fede a quel contratto per tali motivazioni.

Allora, cosa fare? Nella crescita personale i “valori” non sono solo un concetto legato alla filosofia, ma un vero e proprio esercizio di autoconoscenza, il famoso “conosci te stesso”. Avere presenti o non presenti i propri valori, cioè perché facciamo quel che facciamo, fa tutta la differenza del mondo anche nelle piccole azioni. Se immaginiamo di avere come valore il benessere e la salute personale, quando andremo al supermercato i nostri acquisti ne saranno di certo profondamente influenzati. E anche di fronte a tutte le strategie di marketing mirate a farci “sbavare” di fronte al reparto dolci, se abbiamo chiaro in mente il nostro valore, cioè la nostra salute, difficilmente usciremo dal seminato.

Questi valori, tuttavia, non sono scolpiti nella roccia e variano in base alle situazioni: se, nel nostro supermercato, ci stai andando per organizzare la festa di tuo figlio adolescente, allora dovrai mettere momentaneamente da parte il tuo valore salutista per fare spazio nel carrello anche alle “schifezze”. Potremmo dire che sostituirai momentaneamente il valore-salute col valore-divertimento, un’operazione che non è semplicissima da attuare, poiché richiede una forte flessibilità mentale. Flessibilità che ovviamente non è solo mentale (cioè cognitiva), ma anche emotiva, per citare il libro di Susan David Agilità emotiva, che spiega molto bene come i nostri valori tendano a guidare le nostre azioni nella vita quotidiana, ma quanto pericoloso sia aderirvi in modo integralista.

 

Tornando al nostro supermercato, se in quel momento stai comprando dei dolci per la festa di tuo figlio, ecco, stai trasgredendo davvero? È una domanda ben difficile: secondo una “psicologia ingenua”, potremmo dire che stiamo effettivamente trasgredendo quel nostro valore, ma se lo facciamo di proposito? Cioè, se volontariamente ci rendiamo conto di dover modificare quel nostro punto di vista?

Ecco che la differenza fra trasgressione e flessibilità nel comportamento emerge chiaramente: lo spartiacque è la consapevolezza. Ossia la capacità di rendersi conto dei propri valori e delle proprie azioni, e di adattarsi in base al contesto che abbiamo davanti. Chi, inconsapevolmente, riempie tutto il carrello di dolci e cibi grassi, pur sapendo di essere magari a dieta, sta trasgredendo. Mentre chi volontariamente si compra dei dolci per premiarsi o per far contenti i propri figli sta semplicemente adattando il proprio comportamento agli eventi della vita. 

I valori, come le ideologie, sono aspetti fondanti della specie umana. Come racconta lo storico Yuval Noah Harari nei suoi splendidi saggi, l’umanità sembra essersi organizzata proprio grazie alla costruzione di “valori comuni”, di “ideali condivisi” che consentissero alle piccole tribù di Sapiens di organizzarsi sotto un’unica bandiera. Secondo lo storico, senza questa capacità saremmo ancora relegati in piccole tribù connesse ma separate, talmente distanti da non permettere l’organizzazione sociale quale la conosciamo oggi.

Nonostante l’importanza di regole e valori condivisi per la creazione di una comunità, anche la trasgressione ha il suo valore evolutivo: senza la trasgressione dei vecchi valori non ci sarebbero state tutte le rivoluzioni che hanno portato alla nostra società moderna. Inoltre, sappiamo bene che quando ci identifichiamo eccessivamente con determinati valori questi si trasformano in ideo­logie, cioè in sistemi di credenze a cui si tende ad aderire in modo acritico.

Ancora una volta, siamo di fronte alla flessibilità o rigidità di un sistema, il quale, come saprebbe dirci un bravo ingegnere, deve avere il suo equilibrio tra punti saldi e punti flessibili. I valori nella crescita personale sono come i punti cardinali (Nord, Sud, Ovest, Est): non sono qualcosa che riesci a raggiungere, ma è qualcosa a cui tendi. Se ti incammini verso nord non arriverai mai “a nord”, perché quel punto sarà sempre relativo alla tua posizione come un’indicazione di dove andare, e non come una meta da conquistare.

I valori, ovvero ciò che è importante per te, non sono solo delle direzioni, ma sono anche soggettivi. Ciò che rappresenta la libertà per me non è ciò che rappresenta per te, e viceversa. Secondo due psicologi dell’Università di Stanford, Geoffrey Cohen e David Sherman, lavorare con i valori è molto più semplice di quanto sembri e soprattutto è questione di minuti. I due ricercatori hanno condotto numerosi studi e hanno concluso che lavorare su quello che è importante per noi, ha numerosi benefici: ci motiva, ci rende più resilienti e ci conduce dove desideriamo andare, ossia verso ciò che conta per la nostra vita, dandole significato e ricchezza.

Per farlo, hanno costruito un esercizio semplicissimo in grado di fornire grandi risultati. Hanno preso una lista di valori quali amicizia, amore, libertà, consapevolezza, accettazione ecc. e hanno chiesto ad ogni soggetto di scegliere quello che gli piaceva maggiormente, quello che lo rappresentava meglio. Successivamente hanno chiesto a queste persone di scrivere un «piccolo tema» su quello specifico valore, inserendo cose relative a «come il valore avrebbe potuto guidarle in specifiche situazioni», o ancora «in quali circostanze quel valore è stato importante nella propria vita». Poco contava il contenuto specifico, l’importante era ragionare in riferimento a quel valore, nella propria vita e per 10 minuti consecutivi.

Nel suo bel libro Il lato positivo dello stress Kelly McGonigal descrive questo semplice esercizio come «uno degli interventi psicologici più efficaci mai sottoposto a studio». Insomma, vale la pena prendersi 10 minuti… Magari, scrivendo, potresti addirittura scoprire quanto è bello, a volte, trasgredire quegli stessi valori.

Questo articolo è di ed è presente nel numero 271 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui