Giulia Lamarca

Impariamo a litigare bene

11 regole di comportamento sociale per evitare che dopo una litigata si rinunci a riconciliare i punti di vista in conflitto.

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Ogni litigata è come un bomba: c’è sempre un momento di innesco della miccia. Questo periodo storico ci ha costretti a un’altissima esposizione alle persone che abbiamo accanto. L’equilibrio che conoscevamo prima è completamento mutato, siamo più stanchi e molto meno tolleranti verso le faccende domestiche e le richieste delle persone che abbiamo accanto.
È come se avessimo finito le nostre batterie e il caricatore non riuscisse più a farci arrivare alla “carica completa”. Ecco, quindi, che le nostre relazioni più intime rischiano di diventare la nostra valvola di sfogo, tramite cui scarichiamo le nostre paure, ansie e rabbia. Le litigate in casa rischiano di essere sempre più in aumento, sia tra le coppie sia tra genitori e figli.

Ma come prevenirle e come riuscire a ricreare un buon equilibrio? Una premessa importante da attuare è che il conflitto è inevitabile, fa parte di noi esseri umani: prima comprendiamo questa realtà, prima capiremo che non possiamo evitare il conflitto, ma dobbiamo imparare a gestirlo bene.

Usiamo, come sempre, una metafora che ci permetta di comprendere meglio quello che accade nella nostra mente e di conseguenza nei nostri comportamenti. La litigata è come un bomba. Una bomba non scoppia da sola: prima di scoppiare, c’è sempre un momento in cui qualcuno innesca la miccia, e da lì a pochi secondi la bomba esplode. Questo è quanto accade anche nelle litigate; il punto è: come individuare quel momento e fermarsi prima, disinnescando quindi la miccia?

Disinnescare non significa evitare le discussioni e le litigate, ma riuscire a mantenere la discussione in modo costruttivo. La litigata ha anche un funzione “terapeutica”, ma solo se riusciamo a portare avanti una discussione sana e funzionale, orientata a generare valore per entrambe le persone coinvolte. Dunque, il punto cruciale è: come facciamo a imparare a riconoscere qual è quel comportamento-miccia che fa sì che la litigata passi da costruttiva a distruttiva?

Per farlo dobbiamo analizzare le nostre emozioni e i comportamenti ad esse conseguenti. Una volta individuatili, possiamo passare ad analizzare i comportamenti degli altri e poi risalire a comprendere quali emozioni vissute dagli altri hanno generato quei comportamenti di risposta. Infine dobbiamo integrare insieme i due vissuti, il nostro e quello dell’altra persona coinvolta, cercando di capire il rapporto di “causa-effetto”.

Noterete a quel punto che durante la litigata c’è un momento preciso che è quello dell’innesco, ossia il comportamento che fa innescare la situazione in cui la discussione passa da costruttiva a distruttiva. Ecco, quello è il comportamento da modificare.

Cercando di essere più pratica, stavolta ho deciso di proporvi 11 regole da attuare per imparare a litigare bene. Queste buone prassi e regole sono quelle che permettono di iniziare e portare a termine discussioni funzionali e costruttive che non rischiano di minare le relazioni. Leggendole, molti di voi forse capiranno qual è il loro personale “comportamento-miccia”, perché si renderanno conto di attuare comportamenti opposti a quelli descritti qui di seguito.

1. Per prima cosa, occorre comprendere che spesso il conflitto è inevitabile, quindi non lo si può evitare, ma si può imparare a gestirlo bene.

2. La litigata deve rimanere sull’oggetto della litigata stessa o sull’emozione e non deve minacciare la relazione tra le persone.

3. Bisogna avere una comunicazione assertiva e non violenta, occorre spiegare come l’altro ci fa sentire e le emozioni che proviamo. È molto importante l’esplicitazione delle nostre emozioni interne, ed è altrettanto fondamentale riuscire a rimandare verbalmente le emozioni che crediamo stia provando l’altro. In tal modo riusciremo ad attuare una sintonizzazione emotiva.

4. Non dobbiamo sfruttare i punti deboli dell’altro. Non usiamo delle informazioni che conosciamo sulla storia personale dell’altra persona per ferirla nel profondo.

5. Bisogna ascoltare cosa dice l’altra persona e accogliere le parole dell’altro.

6. La parola d’ordine dev’essere “empatia”: bisogna saper comprendere, anche quando non condividiamo il punto di vista altrui.

7. Bisogna trovare i punti in accordo. Ci sono diverse tipologie di litigata, alcune servono solo per esprimere un proprio stato d’animo, mentre altre servono per arrivare a un punto in comune. Non si tratta sempre di raggiungere un compromesso, ma di riuscire a costruire insieme una nuova prospettiva.

8. Se notate che la litigata è solo su base emotiva, correggetevi ed esplicitate di non essere arrabbiati con la persona a cui vi state rivolgendo, ma di avere bisogno d’aiuto perché è un periodo difficile.

9. Quando si ha torto bisogna ammetterlo. A volte si inizia una litigata e dopo un po’ ci si rende conto che non si ha ragione; in quel caso, disinnescate la bomba e non andate avanti. Abbiate il coraggio di dire: «Ho sbagliato».

10. Non interrompete l’altro. È giusto che ogni membro della discussione abbia i propri spazi in cui potersi esprimere, dobbiamo riuscire a rispettare i tempi di cui la persona necessita.

11. Dobbiamo mantenere la distanza fisica! Nessuna litigata deve arrivare a un contatto o ad un approccio fisico, se non per un abbraccio.

Per concludere, vorrei davvero soffermarmi su quanto sia importante che i nostri gesti e le nostre parole riescano a trovare anche un supporto fisico. Fare pace non significa solo dirlo, ma, per esempio, significa anche abbracciarsi: il comportamento fisico dev’essere sintonizzato e alleato delle nostre parole.

Giulia Lamarca, psicologa, ama viaggiare e, insieme al marito Andrea, è una travel blogger. Insieme girano il mondo e lo raccontano attraverso il blog MyTravelsTheHardTruth.

Questo articolo è di ed è presente nel numero 284 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui