Alessio Beltrami, Luca Mazzucchelli

Imparare condividendo

Condividiamo quello che abbiamo imparato, ma nel farlo impariamo di nuovo, ed è questo uno dei più grandi benefici della comunicazione online.

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Per ogni professionista del benessere, la divulgazione è una parte cruciale del lavoro. Infatti, dopo un percorso di formazione accademica e dopo aver affrontato tutte le prove necessarie per esercitare la professione, arriva il momento in cui ciò che si è appreso viene messo in pratica. In quel momento il percorso di studi diventa un lavoro, ma ci si accorge presto che è fatto di approfondimenti, scoperte e consapevolezza che solo gli anni di esperienza possono consentire.

A questo punto ci si rende conto di essere anche depositari di un sapere prezioso, ma delicato e fragile. È il sapere della memoria, come tale deperibile. Abbiamo tutto chiaro di fronte a noi nel momento in cui accade, ma la capacità di mantenere lucidità anche a distanza di tempo è assai rara se non facciamo nulla per fissare certe informazioni nella nostra mente. Impariamo molto, impariamo in fretta, ma con il rischio concreto di dimenticare qualcosa. Nel frattempo il mondo corre veloce e comunica con una mole di dati difficile da gestire. Dati che ci sfuggono, anche quando importanti per il nostro lavoro, e dati che si polverizzano, anche quando sono frutto della nostra stessa esperienza.

Ogni lettore di questa rubrica sa bene che in quel fiume di informazioni dovremmo buttarci anche noi, in prima persona e senza paura. Oggi non esistono scuse, perché il web ha una soglia d’accesso davvero bassa per qualsiasi professionista che abbia la volontà di farsi conoscere. Comunicare non dovrebbe essere un’opzione, ma una condizione obbligatoria. Sia perché è un ottimo modo per avvicinare nuovi pazienti – lo abbiamo visto da diverse prospettive nei numeri passati – sia perché essere coinvolti in prima persona nella produzione di contenuti riserva sorprese inaspettate.

Imparare condividendo

Henry Ford diceva che chi taglia la propria legna si scalda due volte, la prima nel momento in cui la taglia e la seconda nel momento in cui la legna brucia nella stufa. Tutto vero, ed è facile comprendere come questa dinamica sia applicabile anche alla produzione di contenuti che ogni professionista del benessere può mettere in atto oggi grazie ai nuovi media. Quindi, cosa succede nel concreto? La nostra professionalità cresce grazie all’esperienza diretta e all’aggiornamento, ma per chi sceglie di comunicare in prima persona c’è qualcosa in più. Comunicare online e produrre contenuti richiede una maggior padronanza della materia e ci spinge a percorrere un miglio extra. In questo pezzo di strada una definizione viene riletta più volte, un termine viene verificato con maggior attenzione richiedendoci un impegno che non avevamo preventivato. In questo processo, però, le informazioni diventano nostre per non sfuggirci mai più. Concetti teorici, nozioni ed esperienza si radicano nella nostra memoria grazie a quello sforzo che ci permette di “scaldarci due volte” con la legna che abbiamo raccolto.

Pensiamo a un semplice video da pubblicare su YouTube. Vogliamo sfruttare questa forma di contenuto perché ha un impatto diretto sul pubblico, accorcia le distanze e risponde alle abitudini ormai diffuse nella maggior parte della popolazione (guardiamo brevi video per apprendere e approfondire argomenti di nostro interesse). Ipotizziamo che si tratti di un video della durata complessiva di 3 minuti, che tratterà uno dei problemi più comuni per i nostri pazienti (problema x). A questo punto, al netto di tutti gli aspetti tecnici, dovremo fare alcune cose:

1. definire in modo preciso l’argomento centrale;

2. definire il tono con cui vogliamo affrontarlo;

3. ipotizzare se inserire numeri e dati frutto della ricerca scientifica (ed eventualmente recuperarli);

4. ipotizzare se inserire esempi per rendere comprensibile il nostro messaggio nella quotidianità del paziente;

5. ipotizzare se integrare una nostra riflessione personale (elaborarla ed esprimerla);

6. ipotizzare se condividere una parte della nostra esperienza diretta in merito;

7. studiare la sequenza logica con cui esporre i concetti (montare e smontare il nostro script);

8. verificare la comprensibilità del lessico e, se necessario, glossare qualche termine.

Non sono 8 “comandamenti”, ma semplicemente 8 considerazioni di buon senso che ogni professionista dovrebbe fare prima di accendere la telecamera (dovrebbe farle anche prima di parlare al telefono, ma in questo caso l’azione ha un peso maggiore). A questo punto sarà più facile comprendere che 3 minuti di video si portano appresso un grande lavoro di preparazione e che proprio grazie a tale lavoro ognuno di noi avrà una possibilità che non viene concessa né dal percorso accademico e nemmeno dall’esperienza professionale. Detta opportunità consiste nel potersi focalizzare su un singolo concetto per approfondirlo da più prospettive (gli 8 punti) sentendo il peso di una responsabilità non indifferente: quella della divulgazione. Nessuna condizione ci avrebbe mai portato a riflettere così intensamente su un singolo concetto anche perché sia nel percorso accademico che nella nostra professione alcuni requisiti non erano richiesti. Impariamo e ricordiamo meglio quando siamo portati a produrre contenuti su un argomento e cimentarsi nella realizzazione di un video o di un articolo per un blog ne è la dimostrazione pratica.

Attenzione, però, questo non significa che la divulgazione sostituisca la pratica e gli studi, giacché nulla può sostituire l’esperienza diretta così come nulla può sostituire una formazione completa e strutturata. Qui la riflessione è un’altra: non si tratta, infatti, di sostituire, ma di integrare, cogliendo al tempo stesso due grandi opportunità per il momento storico che stiamo vivendo: comunicare con un pubblico sempre più ampio e far nostri sotto ogni punto di vista gli argomenti di cui parliamo. Ecco così come quella che all’apparenza sembra un’attività con finalità commerciali (raggiungere un pubblico di pazienti più grande) diventa una grande occasione per diventare professionisti migliori.

Alessio Beltrami, docente di Teorie e tecniche dei nuovi media presso l’Università Bicocca di Milano, è consulente di comunicazione specializzato in Content marketing e fondatore di ContentMarketingItalia.com

Luca Mazzucchelli, psicologo e psicoterapeuta, è direttore di Psicologia contemporanea. Ha fondato il Servizio Italiano di Psicologia Online e il canale YouTube “Psicologia con Luca Mazzucchelli”. Con Giunti Psychometrics ha pubblicato il volume Fattore 1%. Piccole abitudini per grandi risultati (2019) e, con Davide Algeri e Sara Gabri, Consulenza psicologica online (2018).

Questo articolo è di ed è presente nel numero 277 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui