di: Paola A. Sacchetti
Catfishing: come funzionano le truffe amorose online?
Inizia con un like o un cuore a un post sui social. Continua con un corteggiamento che può durare anche mesi, e pian piano finiamo con l’innamorarci, convinti di avere una relazione “vera”.
Anche se si tratta di una relazione a distanza, nata su internet, ci sentiamo talmente coinvolti da esser pronti a sostenere economicamente l’altra persona durante un momento di difficoltà… che però non finisce mai.
Ci ritroviamo così irretiti in una relazione finta, costruita con pazienza e costanza, che svuota il conto in banca e frantuma i cuori. Insomma prendendo spunto dal titolo di un noto film potremmo dire: pensavo fosse amore, invece era… catfishing.
Nel leggere le notizie sui media, si pensa quasi immediatamente “A me non potrebbe mai capitare!”, convinti di saper riconoscere subito un profilo fake e di essere in grado di capire le intenzioni altrui, pur celate dallo schermo.
Eppure sono moltissimi i casi di truffe amorose. Nel 2021 sono state più di 300 le vittime che hanno denunciato, anche se, sicuramente, sono molto più numerose. Spesso, infatti, le vittime non hanno il coraggio di denunciare, schiacciati dalla vergogna e dall’umiliazione di essere stati raggirati e ingannati da un profilo falso.
Può capitare a tutti: persone comuni o personaggi famosi, donne e uomini.
Pensiamo ad esempio alle testimonianze raccolte dalla trasmissione Chi l’ha visto?, o al caso di Flavia Vento, che ha intrattenuto per mesi una relazione a distanza con un falso Tom Cruise. O ancora all’imprenditore veneto rapito in Costa D’Avorio, dove si era recato per incontrare la donna che aveva conosciuto online. O al pallavolista Roberto Cazzaniga, che per 15 anni ha creduto di avere una fidanzata in Brasile con problemi di salute che gli ha estorto più di 600mila euro.
Perché è così facile diventare vittima del catfishing?
Negli ultimi anni si è riscontata, a livello sociale, una forte propensione a conoscere nuove persone online, preferendo questa modalità alla conoscenza di persona. Le possibilità offerte dalla rete infatti hanno consentito, con sempre maggiore facilità, di entrare in contatto anche con utenti che si trovano a centinaia di chilometri di distanza.
Al giorno d’oggi non risulta più nemmeno necessario ricorrere a specifiche app di dating/incontri: si possono semplicemente utilizzare i messaggi privati (DM, Direct Messages) dei social network. Infatti, sia Facebook, che Twitter, Instagram o altri social media permettono anche alle persone meno esperte di dialogare tra loro e di iniziare rapidamente a chiacchierare e poi a flirtare.
Quali sono le dinamiche psicologiche che portano una persona a “cadere” nella trappola?
Nelle chat si può verificare un particolare fenomeno: la propensione a una maggiore disinibizione. Online riusciamo a comunicare più facilmente le informazioni, e a condividere parti di noi stessi anche con dei perfetti sconosciuti. La possibilità di parlare “in assenza del corpo” consente un dialogo libero da resistenze, più fluido e meno impacciato.
Un’altra dinamica in gioco è quella legata alla continuità. Il parlare per molto tempo, con la stessa persona, confidando e raccontando molti aspetti di sé, crea quel clima di “familiarità” che alla lunga rende lo scambio di battute riservato e confidenziale.
Infine, entra in gioco il processo di idealizzazione. Questo processo può verificarsi con estrema facilità e costituisce un rischio, poiché si possono frequentemente trasferire sull’interlocutore un insieme di qualità che si ricercano attivamente in un partner o che piacerebbe trovare in una nuova conoscenza.
In chat dunque si può creare una maggiore sensazione di intimità e confidenza anche con un perfetto sconosciuto.
È possibile individuare gli aspetti della “perfetta” vittima oppure ognuno di noi potrebbe essere ingannato?
La chat può essere vissuta come un rifugio accogliente, nel quale l’Altro può svolgere la funzione di elemento rassicurante, a propria disposizione, a cui si può ricorrere nel momento del bisogno, soprattutto nei periodi in cui ci sentiamo più vulnerabili.
Generalmente, infatti, tendiamo a trascorrere più tempo online quando il “mondo esterno” ci fa paura, magari a causa di una recente delusione amorosa, di un momento personale di sconforto, di un periodo lavorativo o relazionale più difficile. In chat, soprattutto nei momenti appena descritti, si può trovare riparo, pace, sensazione di protezione.
Va anche messo in conto che farsi conoscere dall’Altro esponendosi “a piccole dosi” e in maniera “ragionata” permette di far perdurare l’idealizzazione iniziale. Si ha la sensazione che chi si trova dall’altra parte dello schermo ci possa aiutare, completare, cioè che, in sintesi, “faccia esattamente al caso nostro”.
Tutte investiture e utili informazioni che possono essere sfruttate dal truffatore per “fare presa” sulla fiducia della persona che sta per subire il raggiro e iniziare l’opera di manipolazione nei suoi confronti.
Ci sono dei “campanelli d’allarme” a cui prestare attenzione?
Quando il truffatore si accorge che l’altra persona ormai si fida e che farebbe di tutto per il loro rapporto, inizia a raccontare delle difficoltà personali che sta vivendo e per le quali ha bisogno di un aiuto.
La vittima della truffa a quel punto sente di poter essere importante per la coppia, di poter avere un ruolo risolutivo nelle vicende del “partner”. Nonostante si renda conto che le vicende ascoltate possano apparire strane o paradossali, sceglie comunque di dare il suo sostegno economico, dato il clima di fiducia che si è creato tra i due.
Ciò che dovrebbe mettere dunque in guardia è in primis la richiesta economica. Generalmente il truffatore la formula dopo aver raccontato una serie di vicende rocambolesche e intricate, che gli sono accadute.
Per esempio racconti di ricatti da parte di “nemici”, debiti da onorare, fondi da versare per attivare un progetto personale, incidenti ecc., che lo portano a chiedere il supporto dell’unica persona di cui si fida veramente. Alla prima richiesta di un prestito ne faranno seguito altre, magari come condizione necessaria affinché l’incontro dal vivo possa avvenire e il sogno d’amore coronarsi.
Altri elementi che possono caratterizzare la dinamica di queste truffe sono:
- l’esternazione plateale dei sentimenti da parte del truffatore (nonostante il breve periodo trascorso dai primi contatti)
- la costante sensazione che nei suoi racconti ci siano degli elementi incongruenti, percezione che permane nella vittima nonostante la fiducia e l’idealizzazione sperimentati.
Cosa si può fare se si pensa di essere caduti nella trappola di una truffa romantica?
Sicuramente evitare di effettuare ulteriori prestiti e rompere l’isolamento. È importante non aver paura di parlarne con le persone più strette, per poter ricevere un punto di vista sulla vicenda, uno sguardo esterno che consenta una maggiore imparzialità. Quando si è coinvolti in prima persona si può infatti minimizzare o addirittura non vedere quelli che sono chiari segnali che la persona dall’altra parte dello schermo si sta comportando in maniera sospetta.
Se si è certi di essere vittime di una truffa online è importante avvertire le autorità competenti. La polizia postale potrà così verificare se il truffatore stia mettendo in atto questo comportamento in maniera seriale e aiutare la vittima. A proposito di truffatori seriali consiglio il docu-film Netflix “Il truffatore di Tinder”, la storia di Simon Leviev (alias Shimon Hayut), che attraverso un account falso ha estorto oltre 10 milioni di dollari alle sue vittime.
E cosa fare invece se pensiamo che lo sia qualcuno vicino a noi?
Se qualcuno vicino a noi sta vivendo una situazione simile a quella sopra descritta, diventa importante parlarne insieme e raccogliere tutte le informazioni, aiutando la persona truffata a diventare consapevole di essere stata vittima di raggiro. Si tratta di un compito delicato poiché l’emozione prevalente vissuta da chi subisce questo tipo di raggiro è sicuramente la vergogna.
All’interno delle truffe amorose possono inoltre verificarsi anche casi di sextortion, ovvero di estorsioni a sfondo sessuale. Questo tipo di pratica rappresenta un crimine informatico molto lineare: l’estorsore convince l’altra persona a condividere foto/video erotici o fare sesso in webcam. Successivamente, minaccia la vittima di diffondere i contenuti e di rovinarle la reputazione sociale, chiedendo un compenso monetario in cambio del silenzio.
Gli effetti di questo fenomeno criminale sono spesso molto pesanti per le persone che ne restano coinvolte: oltre a ingenti perdite economiche, devono affrontare la sofferenza emotiva di un cuore spezzato e le conseguenze psicologiche di essere stati vittima di un raggiro, come diffidenza, sfiducia negli altri e nelle proprie capacità, ansia, depressione…
Che cosa possiamo consigliare a chi sta vivendo questa dolorosa situazione?
Il fenomeno delle finte identità online è presente da diversi anni, come ben descritto da “Catfish: False Identità”, il docu-reality che racconta delle vicende di persone che si appropriano dell’identità altrui (attraverso foto e informazioni) per ingannare i propri interlocutori in Rete. Negli ultimi anni però, questo fenomeno si è concentrato sempre di più sul ricatto amoroso. Lo sottolineo perché l’aspetto sentimentale è ciò che può far sentire maggiormente vulnerabili e “manipolabili”.
Il danno di natura emotiva in queste vicende può essere molto forte e doloroso a causa della violazione subita. Diventa dunque importante confrontarsi con uno specialista della salute mentale, per comprendere insieme e riflettere sulle dinamiche che hanno contribuito allo svolgersi della vicenda nella sua interezza, fornendo chiavi di lettura sul funzionamento della persona stessa.
Michele Spaccarotella, psicologo-psicoterapeuta psicodinamico, svolge la libera professione a Roma nell’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica (IISS), in cui è responsabile della didattica e docente nel corso biennale in Psicosessuologia. Cultore della materia presso la cattedra di Parafilie e Devianza dell’Università degli Studi dell’Aquila, si occupa di ricerca e clinica nel campo della dipendenza sessuale, è co-Autore del QDS (Questionario sulla Dipendenza Sessuale), conduce seminari divulgativi ed è autore di diversi articoli in ambito psicologico e sessuologico. Per Giunti Psychometrics ha pubblicato Il piacere digitale (2020).
Paola A. Sacchetti, psicologa, formatrice, editor senior e consulente scientifico, da anni collabora con Psicologia Contemporanea, dove cura una parte della rubrica “Libri per la mente” e le “Interviste all’esperto”.