Gennaro Romagnoli

Mindfulness e vita quotidiana

Christine Dunkley e Maggie Stanton parlano del loro libro

Le due autrici britanniche di una “guida pratica” appena tradotta in Italia sull’applicazione delle tecniche di mindfulness alla vita di tutti i giorni rispondono alle domande dello psicologo ed esperto di auto-aiuto Gennaro Romagnoli, autore della prefazione all’edizione italiana.

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Voi, Christine e Maggie, siete due medici e due terapeute che hanno lavorato per anni nel sistema sanitario nazionale britannico. Insieme, avete oltre mezzo secolo di esperienza nel campo della psicoterapia, che cosa vi ha portate alla Mindfulness?

Siamo state introdotte alla Mindfulness come componente di un trattamento psicologico chiamato “Terapia Dialettico-Comportamentale” (DBT). All’interno di questo trattamento, la Mindfulness aiuta i pazienti a distogliere l’attenzione dalle immagini e pensieri indesiderati. Non solo: permette loro di vivere appieno il momento presente della propria vita, senza scagliarsi nel futuro o rintanarsi nel passato.

Come parte della nostra formazione abbiamo frequentato corsi e ritiri, alcuni in centri buddisti, e partecipato a un incontro di consultazione settimanale con altri terapeuti durante il quale praticavamo la Mindfulness. Abbiamo anche fatto tutte le pratiche insieme ai nostri clienti ogni volta che ci siamo trovate a gestire gruppi di Mindfulness all’interno della nostra clinica. Quando siamo diventate più esperte, abbiamo iniziato a dare lezioni ai medici su come insegnare la Mindfulness ai loro pazienti. 

È stato proprio praticando la Mindfulness nella nostra vita che ci siamo rese conto del suo potenziale. All’inizio molti clienti non avevano mai sentito parlare di Mindfulness e diffidavano dal fare le pratiche. Alcuni erano scettici su come potessero essere utili. Ancora oggi, nonostante la Mindfulness sia assai più diffusa, i clienti a volte dicono: “In che modo fissare una foglia mi può aiutare a risolvere il mio problema?”. Offrendo esempi tratti dalle nostre vite aiutiamo i clienti a capire quando questa può essere un’abilità per loro utile.

Eccone uno: un giorno entrai in cucina e vidi il mio compagno preparare la cena con tutte le ciotole e gli utensili usati lasciati in giro. La mia mente andò immediatamente alle volte precedenti in cui ciò era accaduto, alle molte volte in cui io avevo preparato il pasto ma avevo ripulito subito dopo, alle altre volte in cui il comportamento del mio compagno mi aveva irritata. Tramite la Mindfulness sono stata in grado di accorgermi che la mia mente aveva associato gli eventi passati alla situazione attuale. Assumendo una posizione non giudicante, ho potuto lasciare andare il mio fastidio prima di suggerire al mio compagno di riordinare insieme. La maggior parte delle persone può ritrovarsi in questa storia. 

Alla fine abbiamo creato insieme un workshop, che attualmente è stato completato da oltre 4000 terapeuti. Questi ci hanno chiesto di scrivere un libro da poter consigliare ai loro clienti, nel quale descrivere come inserire la Mindfulness nella vita quotidiana. Il nostro libro è nato così.

La meditazione Mindfulness sta riscuotendo un notevole successo non solo fra i ricercatori ma anche presso il grande pubblico. Secondo la vostra lunga esperienza in questo ambito, a cosa è dovuto tale successo?

Crediamo che il successo sia dovuto al fatto che la Mindfulness può essere sia una pratica meditativa sia un modo per migliorare la nostra esperienza degli eventi quotidiani. La capacità di essere presenti nel momento attuale, in maniera non giudicante, vigili e consapevoli delle nostre esperienze, è un’abilità così utile perché è applicabile a tante situazione diverse. 

Spesso le nostre esperienze sono rovinate dal “traffico della mente”, ovvero da numerosi pensieri inutili che passano per la nostra mente come veicoli su una strada trafficata. Questi hanno un impatto sul nostro comportamento, la maggior parte delle volte senza che nemmeno ce ne rendiamo conto. La Mindfulness ci insegna semplicemente ad accorgerci di tali pensieri senza però lasciarci intrappolare dal loro contenuto. 

Per evidenziare questo punto, nel nostro laboratorio svolgiamo un esercizio in cui annunciamo che, dopo un nostro segnale, ogni persona nella stanza deve iniziare a cantare una canzone qualsiasi, di suo gradimento: ciò produce un rumore cacofonico. Successivamente cerchiamo di accorgerci delle “regole” che le nostre menti hanno prodotto. Alcuni esempi potrebbero essere: “Non so cantare”, o “Devo conoscere tutte le parole”, o “Devo scegliere una canzone diversa da quella della persona accanto a me”. Prestare troppa attenzione a questo traffico mentale può rendere difficile partecipare, o addirittura impedirlo del tutto.

Per fare un altro esempio, una delle nostre studentesse di Mindfulness era stata separata dal suo partner e dai suoi figli. Ogni volta che doveva vederli e portarli fuori già immaginava quanto sarebbe stato orribile, alla fine della giornata, il momento di doverli restituire al loro padre. Questi pensieri preoccupanti le stavano rovinando il piacere di vedere i bambini. Ebbene, ricorrendo alla Mindfulness ha imparato a sperimentare il piacere del loro contatto. Poteva concentrarsi sul suono delle loro risate, sulla vista di loro mentre giocavano, sulla sensazione delle loro mani nelle sue. Ciò non le impediva di sentirsi triste quando la visita finiva, ma, essendone davvero consapevole, la tristezza non durava tanto a lungo.

Un tempo la Mindfulness sarebbe stata raccomandata attraverso il passaparola, e la gente ne avrebbe tratto i benefici solo mediante la pratica. Oggi, invece, gli studenti potenziali hanno accesso alla ricerca scientifica sui suoi benefici. Per esempio, le scansioni cerebrali dei praticanti regolari hanno mostrato una maggiore attività nelle aree del piacere del cervello e un’attività minore nella regione che si attiva durante preoccupazioni intense.

All’interno dei setting clinici la Mindfulness è popolare perché ha meno effetti collaterali dei farmaci e può essere appresa praticamente da chiunque sia disposto a praticarla. 

Nella vostra esperienza come terapeute e insegnanti di Mindfulness quali sono stati i risultati – i benefici – più importanti apportati da tale pratica?

Le persone che praticano la Mindfulness con regolarità affermano che i loro pensieri “galoppanti” sembrano rallentare, che le loro risposte emotive risultano meno intense e più gestibili e l’angoscia sembra svanire più velocemente. Abbiamo notato che nel corso del tempo le persone iniziano ad avere la fiducia che qualsiasi cosa stia loro accadendo in questo momento passerà, senza che debbano fare niente al riguardo.

Per esempio, una delle nostre clienti aveva molta ansia al lavoro: si preoccupava in continuazione di commettere errori, di ciò che la gente pensava di lei, se stesse facendo un buon lavoro. Attraverso la Mindfulness si accorse che quelli erano pensieri indesiderati e che il solo fatto di accorgersene li avrebbe fatti andare via, come nuvole che si muovono nel cielo in una giornata di vento. 

La Mindfulness è praticata da una posizione non giudicante. Abbiamo appreso che i giudizi tendono a esasperare le nostre emozioni, così quando i praticanti diventano meno giudicanti riducono anche alcuni dei loro pensieri negativi. 

Infine, vediamo benefici nel modo in cui le persone sono in grado di condurre le loro vite. Nella Mindfulness un altro principio è quello di agire con saggezza ed efficacia. Questo è molto più facile quando le persone non sono “intrappolate” nei propri pensieri. I nostri clienti ci dicono che, con la pratica, sono in grado di usare la loro “mente saggia” ogni volta che hanno una decisione ardua da prendere. 

Una cosa difficile da fare nel campo della Mindfulness è spiegare di che cosa si tratta a chi non la conosce. Per farlo avete usato diverse metafore e descrizioni nel vostro libro: ce n’è una che preferite? Potete condividerla con i nostri lettori?

Siamo liete di questa domanda perché spesso le persone ci dicono che le metafore e le storie sono facili da ricordare e spiegano i significati, quindi nel libro ne abbiamo incluse parecchie. Una metafora ben nota da noi inserita è questa: la tua mente è come un cucciolo inesperto che corre andando dietro a tutto ciò che vede. La Mindfulness non è semplicemente tenere il cucciolo fermo, ma allenarlo a tornare indietro quando lo chiami.

Anche mentre cammini per la strada, la tua mente può scappare dietro a una serie di segnali: passi davanti al fruttivendolo e inizi a pensare a quello che mangerai a cena o vedi la banca e ti preoccupi di un conto non pagato. Un estraneo ti ricorda una persona con la quale hai discusso di recente, oppure ti concentri solo sulla tua lista di cose da fare e non presti attenzione alla strada. Questi sono tutti esempi del “cucciolo non addestrato” che fugge. Col tempo puoi imparare a riportare il cucciolo a camminare su questa strada in questo momento.

Abbiamo visto l’impatto positivo che tali abilità hanno avuto per molti dei nostri clienti che stavano lottando con problemi gravi e disagio emotivo. Attraverso il libro il nostro scopo è quello di guidare le persone su come anche loro possono trarre benefici dall’uso della Mindfulness, in particolare quando si trovano a dover affrontare problemi o difficoltà nelle loro esistenze.

 

Christine Dunkley ha pubblicato contributi, nel Regno Unito, in Europa e negli Stati Uniti, sulla terapia dialettico-comportamentale, la supervisione e la Mindfulness. Professoressa onoraria presso la Bangor University e direttore clinico a Grayrock, svolge attività di formazione dei team clinici sia nel Regno Unito che all’estero.

Maggie Stanton è consulente in Psicologia clinica. È stata alla guida del Dipartimento di Terapie Psicologiche del Servizio sanitario britannico e attualmente si dedica alla formazione, alla supervisione e alla consulenza nel Regno Unito, in Europa, negli Stati Uniti e in Australia. Visiting lecturer presso la University of Southampton, è responsabile clinica di un importante centro di ricerca e direttrice degli Stanton Psychological Services.

Questo articolo è di ed è presente nel numero 268 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui