Uomini violenti e terapie possibili

n. 245, Settembre–Ottobre 2014

Le tematiche psicologiche affrontate in questo numero di Psicologia contemporanea sono, come sempre, le più varie. Ecco alcuni esempi:

MENTE E MUSCOLI di Alberto Oliverio. Sin dai tempi di Cartesio, e anche prima, i filosofi hanno spesso guardato al corpo e alla mente come a due mondi distinti e separati. Oggi sappiamo che i loro rapporti sono invece molteplici e che in alcuni ambiti, come lo sport, uno stato di tensione mentale può decisamente influenzare il tono muscolare e viceversa, condizionando anche competizioni di alto livello.

LA CONQUISTA DELLA RAGIONE di Oliver Houdé. Ci sono diverse modalità di pensiero, una rapida e intuitiva, ma a volte ingannevole, l’altra logica ma più lenta. Per ragionare bene è importante diffidare degli automatismi. È qui che entra in gioco la corteccia prefrontale.

IL MITO DEL CAMBIAMENTO di Fabrizio Mastrofini. «Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi» sostiene uno dei protagonisti del celebre romanzo di Tomasi di Lampedusa Il Gattopardo. Per dirla con un proverbio francese «plus ça change, plus c’est la même chose». Dobbiamo accettare questa specie di legge o possiamo sperare in qualcosa di migliore?

NONNI A TEMPO PIENO di Anna Oliverio Ferraris. L’importanza del ruolo dei nonni, soprattutto in periodi di crisi economica come quello attuale, è fuori discussione. Spesso però i rapporti tra generazioni non sono senza problemi e conflitti. I nonni devono imparare il non facile compito di collocarsi fra tre generazioni.

LA VIOLENZA DI GENERE. QUALE INTERVENTO? di Silvia Monauni e Daniele Vasari. I media raccontano quotidianamente storie di violenze di genere. Storie che scuotono profondamente l’animo di chi ascolta e che suscitano rabbia, dolore, indignazione. Per contrastare il fenomeno appaiono sempre più utili alcuni trattamenti terapeutici.

INIZIO CURA, MAI di Andrea Castiello D’Antonio. Nell’attuale era del narcisismo socialmente diffuso, se è difficile “aiutare” qualcuno, è ancora più difficile che una persona accetti di farsi aiutare! È questo il problema di coloro che avrebbero necessità di una psicoterapia, ma non si decidono mai a intraprenderla.