Un robot per terapeuta?
n. 248, Marzo–Aprile 2015
Le tematiche psicologiche affrontate in questo numero di Psicologia contemporanea sono, come sempre, le più varie. Ecco alcuni esempi:
UN ROBOT PER TERAPEUTA (E PER AMICO)? di Santo Di Nuovo e Daniela Conti. Cosa propone l’attuale tecnologia robotica, e in che misura può aiutare chi ne ha bisogno? Possiamo riconoscerla e accettarla come utile supporto, anziché temerla come subdolo pericolo?
NIENTE PAURA! LE STRATEGIE COLLETTIVE DI AUTODIFESA di Andrea Ostojic. Un operaio che sfida il vuoto senza nessuna precauzione, un chirurgo che deride il paziente sotto i ferri, un pompiere che si attarda senza ragione tra le fiamme. Come spiegare comportamenti del genere? E se in certi mestieri fossero indispensabili?
VACCINI E LEGGENDE METROPOLITANE. L’IMPORTANZA DI UNA CORRETTA INFORMAZIONE di Anna Maria Nanni, Alessandra Gorini e Gabriella Pravettoni. Se dovessimo fare esempi di cattiva informazione, i vaccini sarebbero senza dubbio ai primi posti. Paura, diffidenza, mancanza di comunicazione, ma a volte anche notizie volutamente distorte, possono produrre conseguenze pericolose o perfino nefaste.
LA PERCEZIONE DEL RISCHIO. TRA COMPONENTI PSICOLOGICHE E SOCIALI di Albertina Oliverio. Di fronte alle scelte che quotidianamente ci troviamo ad affrontare come ci comportiamo? Quali sono i criteri che ci guidano? Perché reagiamo in un modo piuttosto che in un altro?
SAPER ASCOLTARE. PIU’ EMPATICI E RECETTIVI: L’ASCOLTO EDUCATIVO di Anna Oliverio Ferraris. Si dice che gli adulti debbano ascoltare i bambini e i ragazzi. Sembra facile ma non lo è. C’è infatti un modo superficiale di ascolto che non è sufficiente e che a volte porta fuori strada.
PREVENIRE L’INVECCHIAMENTO. FATTORI PSICOLOGICI E DEGENERAZIONE CELLULARE di Daniele Roganti e Pio Enrico Ricci Bitti. Nell’epoca di Facebook, può capitare che un amico pubblichi una sua vecchia foto. Mentre ci si ritrova a cercare somiglianze e differenze con il suo aspetto attuale, può farsi strada un senso di tenerezza, nostalgia, talvolta sconcerto. Può così sorgere una domanda: perché il nostro corpo invecchia e poi muore?