Paola A. Sacchetti

Siamo più felici in famiglia o con gli amici?

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L’essere umano è un “animale sociale” che ha bisogno di avere relazioni interpersonali, tanto che relazioni soddisfacenti sono considerate un elemento essenziale per il suo benessere. Ma sono tutte uguali? Tutte ci rendono felici? Ovviamente no. Gli studi hanno infatti fornito risposte diverse: alcuni suggeriscono che il soddisfacimento del bisogno di relazioni interpersonali è positivamente associato al benessere personale; altri rilevano che interagire con i propri partner e familiari può essere psicologicamente faticoso e quindi determinare malessere. Un recente studio della Michigan State University guidato da Nathan Hudson ha voluto verificare se il benessere variasse in base alle persone con cui si è in relazione (amici, partner, figli) e come si modificasse in rapporto alle persone e al tempo investito con loro.

Per stimare i “tassi di felicità” e di benessere, i ricercatori hanno chiesto a oltre 400 volontari di ripensare ai momenti passati con i loro amici o familiari, indicando anche il tipo di attività che avevano condiviso, e di valutare se quei momenti avessero fatto provare loro delle emozioni, come «felice», «soddisfatto» e «dense di significato», in una scala a 7 punti da zero («quasi mai») a sei («quasi sempre»). Inoltre, dovevano valutare il loro livello di benessere globale quando si trovavano con amici, partner o figli in generale, cioè senza considerare le attività svolte con loro, ma solo il tempo trascorso insieme.

Dai dati è emerso che i partecipanti hanno provato i più alti livelli di benessere nelle situazioni in cui erano in compagnia dei loro amici, seguite da quelle con i loro partner e poi con i bambini. Dall’analisi delle attività svolte nei momenti di interazione, le più frequenti, sia con i partner che con gli amici, consistevano nel socializzare, rilassarsi e mangiare. Tuttavia, la differenza maggiore era nella qualità di tali attività, che sono state valutate come più divertenti con gli amici rispetto a quelle vissute con i familiari. Inoltre, mentre con gli amici il 65% delle esperienze implicava la socializzazione, con i partner questa era indicata solo nel 28% dei casi. Tra le attività con i propri figli, la più riportata riguardava la cura dei bambini, che era legata a vissuti positivi; tuttavia, trascorrere del tempo con i figli veniva anche associato ad altri aspetti, percepiti come negativi, quale per esempio il doversi occupare dei lavori domestici.

I risultati hanno poi suggerito che i partecipanti non preferivano la semplice compagnia dei loro amici di per sé: nel valutare il loro benessere globale senza considerare le attività condivise, hanno infatti riportato di provare livelli di benessere simili con amici, partner e figli. A differenza di quanto emerso nelle esperienze vissute, pertanto, il benessere globale non variava in funzione delle persone con cui trascorrevano il loro tempo, ad eccezione del tempo totale trascorso con il proprio partner.

Quindi passare del tempo con la famiglia potrebbe non essere la chiave della felicità; relazioni famigliari ridotte ai momenti dei lavori domestici e alle attività di cura dei figli donano, prevedibilmente, poca felicità. Proprio per questo è importante creare opportunità per vivere esperienze positive con partner e figli e cercare di godere appieno di quei momenti. 

di Paola A. Sacchetti


RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Hudson N. W., Lucas R. E., Donnellan M. B. (2020), «Are we happier with others? An investigation of the links between spending time with others and subjective well-being», Journal of Personality and Social Psychology, 119 (3), 672-694, https://doi.org/10.1037/pspp0000290

Questo articolo è di ed è presente nel numero 284 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui