A ognuno il suo psicopatico
Che le forme della psicopatia siano variegate e complesse è noto e tuttora le caratteristiche principali che la definiscono accendono vivaci dibattiti.
Ma variano così tanto da essere diverse da un Paese all’altro? Secondo l’équipe coordinata da Bruno Verschuere la risposta è affermativa.
I ricercatori hanno analizzato quasi 7500 persone, di cui 5513 detenuti americani e un campione psichiatrico di 1937 olandesi, con il Psychopathy Checklist-Revised (PCL-R), per mappare la struttura della psicopatia. La checklist identifica 4 potenziali ambiti di psicopatia – affettività, problemi relazionali, stile di vita, comportamenti antisociali – e i ricercatori hanno utilizzato la network analysis, uno strumento statistico per identificare e analizzare le relazioni tra gli elementi costitutivi di una data popolazione, per mappare i 4 ambiti e individuare, quindi, la sottostante struttura della psicopatia.
Dalle analisi è emerso che per i detenuti americani l’insensibilità e la mancanza di empatia sono le caratteristiche predominanti, in linea con la letteratura scientifica e le classiche descrizioni del disturbo. Inoltre i punteggi dei due campioni statunitensi erano simili, tanto da consentirne la generalizzabilità. Anche nei soggetti olandesi prevalgono l’insensibilità e la mancanza di empatia, ma, nel confronto con i punteggi americani, risultano maggiormente rilevanti irresponsabilità e stile di vita parassitario. Secondo i ricercatori, questo risultato suggerisce che i dati riflettono non solo la struttura della psicopatia, ma anche il campione da cui i dati derivano. Ossia, che riflettono le caratteristiche culturali e ambientali di quel gruppo di persone e sono perciò la manifestazione delle differenze transculturali nell’espressione della psicopatia.
Questo significherebbe, pertanto, che cultura e ambiente in cui si cresce condizionano non solo il comportamento, ma anche le caratteristiche dei disturbi psichiatrici. Ulteriori studi in tale direzione permetteranno, come sostengono gli studiosi, di fornire uno strumento utile a valutare l’invarianza di misura tra culture diverse e di chiarire quali sono le caratteristiche principali della psicopatia. Ma soprattutto consentirebbero di comprendere meglio i problemi legati alle diverse psicopatologie e alle loro manifestazioni, così da permettere lo sviluppo di nuovi e più funzionali trattamenti terapeutici.
Verschuere B., Van Ghesel Grothe S., Waldorp L., Watts A. L., Lilienfeld S. O., Edens J. F., Skeem J. L., Noordhof A. (2018), «What features of psychopathy might be central? A network analysis of the Psychopathy Checklist-Revised (PCL-R) in three large samples», Journal of Abnormal Psychology, 127 (1), 51-65, Psychopathy Checklist-Revised (PCL-R)
Questo articolo è di ed è presente nel numero 271 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui