Luca Mazzucchelli

Luca Mazzucchelli intervista Carolyn Gregoire

Uno scambio con la coautrice, insieme a Scott Kaufman, del volume La mente creativa, esperta di creatività come espressione libera del corpo e dello spirito.

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 Com’è, Carolyn, che tu e Scott avete avuto l’idea di scrivere un libro sulla creatività? 

Il libro ha preso forma a partire da un articolo sulla personalità creativa che avevo scritto per l’Huf­fington Post. Ho intervistato Scott per saperne di più e, basandomi sulle sue intuizioni e sulla mia ricerca, ho fatto un elenco delle abitudini mentali e degli stili di pensiero tipici delle persone molto creative. Siamo rimasti stupefatti dalle reazioni all’articolo e da quante persone sembravano ritrovarsi in quello che dicevamo. E c’era ancora molto altro da dire! A quel punto abbiamo deciso di unire le forze per trasformare l’articolo in un libro, in modo da poter esaminare più a fondo l’affascinante scienza della creatività. (CONTINUA...)

Luca Mazzucchelli intervista Carolyn Gregoire

 Puoi dirci che cos’è la creatività? 

Gli psicologi la definiscono come la capacità di creare qualcosa di nuovo e di utile allo stesso tempo. Questa definizione non è sbagliata, ma personalmente sono arrivata a pensare alla creatività come all’espressione libera e senza restrizioni della mente, del corpo e dello spirito. La creatività è il risultato naturale di quando ci limitiamo semplicemente a seguire i nostri desideri e le nostre inclinazioni, le nostre ispirazioni e passioni, il nostro entusiasmo e l’eccitazione infantile.

 La creatività è qualcosa di innato o di appreso? 

È sia innata che appresa. Siamo predisposti per la creatività, anzi è proprio essenziale per la nostra sopravvivenza e il nostro cervello si è evoluto per risolvere problemi in maniera creativa. Ma il modo in cui esprimiamo la nostra creatività, per esempio attraverso la pittura, la scrittura, la recitazione, è appresa. Quindi, abbiamo una scintilla creativa innata, ma apprendiamo il mezzo attraverso il quale si esprimerà quella creatività naturale.

 Una persona creativa vede il mondo in maniera diversa da chi è meno creativo? 

Se pensiamo alla creatività come alla ricomposizione di un puzzle, in qualche modo possiamo dire che una persona creativa vede sia più tasselli che più possibilità di combinazioni. Le persone molto creative tendono ad essere più sensibili ai loro contesti interni ed esterni, così hanno letteralmente più input sensoriali ed emotivi e sono in grado di attingere a processi di pensiero associativi e non lineari per sintetizzare tutte queste informazioni in qualcosa di nuovo e unico.

 Come mai, crescendo, tendiamo a perdere la crea­tività? 

Perché, nonostante si celebrino i geni creativi e le grandi opere d’arte, la nostra cultura non supporta il processo creativo. Essere creativi implica di sperimentare, di rischiare il fallimento e il rifiuto, di essere disposti a non seguire lo status quo, cioè di andare contro tutto ciò che ci è stato insegnato a scuola su come avere successo! Il processo di scolarizzazione porta via la creatività dalla maggior parte delle persone, e le mentalità instillate in quel momento della vita tendono poi a diventare più rigide e impostate via via che si cresce e si va verso il mondo del lavoro.

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 Ci sono degli elementi che uccidono la nostra crea­tività? 

Credo che due elementi importanti siano il perfezionismo e la pressione al successo. È ben difficile dare a noi stessi la possibilità di sognare e creare quando ci stiamo inesorabilmente spingendo a produrre, ad avere successo, a eccellere e ad “essere i migliori”. La creatività proviene da una mentalità più permissiva, libera e fluente, dalla volontà di lasciarsi liberi di giocare ed esplorare come bambini piccoli, senza costringerci ad affrontare un insieme di aspettative incredibilmente alte.

 In che modo possiamo sviluppare la nostra creatività? 

La cosa più importante è darci spazio: per sognare, per contemplare, per sperimentare, per giocare, per connettersi con i nostri mondi interiori e con il mondo che ci circonda, per stare nella natura, per sentire ciò che sentiamo e per esprimere quei sentimenti. La creatività raramente arriva su richiesta o sotto pressione. Piuttosto, viene dal gioco libero della mente e del corpo con l’ambiente.

 Le nuove tecnologie influenzano in termini positivi o negativi la nostra creatività? 

In entrambi i modi. La tecnologia è uno strumento e, come ogni strumento, può essere utilizzata in forme sia positive che dannose. Le nuove tecnologie hanno creato incredibili possibilità per fare esperienze artistiche interattive e multisensoriali, così come innovazioni rivoluzionarie. Ci hanno permesso di riunire le arti e le scienze. Allo stesso tempo, osservo spesso come l’uso eccessivo dei social media e il sovraccarico di informazioni che ne deriva ci rendano molto più difficile costruire il tipo di spazio mentale di cui abbiamo bisogno per la contemplazione e il pensiero creativo.

CAROLYN GREGOIRE scrive su argomenti di psicologia, salute mentale e neuroscienze per l’Huffington Post. Ha partecipato con i suoi lavori agli eventi TED Talks e al Public Health Forum all’Harvard School.

Questo articolo è di ed è presente nel numero 274 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui