Philip Zimbardo

Virtù civica, impegno morale, eroismo quotidiano

Dopo che sono state mostrate, con esperimenti noti in tutto il mondo, le condizioni che favoriscono la crudeltà nelle persone, oggi è tempo di capire quali contesti possono promuovere in tutti noi sentimenti e gesti di bontà.

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Nella società contemporanea, siamo tutti chiamati ad affrontare enormi sfide se vogliamo promuovere in noi la virtù civica ed evitare di abbandonarci ad azioni distruttive. In molti Paesi le forme di governo si stanno trasformando da democratiche in autocratiche, col potere concentrato nelle mani di pochi despoti. Ciò che mi aspetto a questo riguardo è che negli Stati Uniti del presidente Trump si assisterà agli stessi cambiamenti che hanno avuto luogo nelle nazioni europee guidate dalla destra.

In uno scenario in cui un’élite di governo esercita il predominio sulle fasce più deboli, c’è più che mai bisogno di nuove figure eroiche, ossia di persone comuni disposte a prendere posizione e ad agire contro le varie forme di ingiustizia o contro la semplice inazione della maggioranza. In questo articolo mi propongo di fornire alcuni spunti di riflessione su quanto potrebbe essere fatto a livello individuale, situazionale e sistemico per contrastare ciò che può indurre le persone ad agire in maniera malevola nei confronti degli altri e a violare i principi morali fondamentali. La mia sarà un’analisi di matrice socio-psicologica con richiami alla psicologia positiva.

A livello individuale, proviamo intanto a immaginare il noto esperimento di Milgram al contrario: l’obiettivo, in tal caso, è creare una situazione in cui la gente finisca con l’assecondare le crescenti richieste di compiere buone azioni – anziché quelle di infliggere forti scosse elettriche a vittime innocenti. In questa nuova versione incoraggeremo persone comuni ad agire poco per volta in maniera più altruistica, a dire progressivamente di sì al compimento di azioni positive, pro-sociali: una lenta ascesa verso la bontà

A livello astratto, in che modo progettereste una situazione in grado di rendere tutto ciò possibile? Per iniziare, immaginate di predisporre per il partecipante una lista di esperienze, in una scala che va da azioni solo lievemente migliori rispetto a quelle che è solito compiere, fino a giungere ad azioni estremamente altruistiche.

Il primo “bottone” del Generatore di Bontà potrebbe essere quello di dedicare dieci minuti a scrivere una nota di ringraziamento per un amico. Il livello successivo potrebbe essere rappresentato dal prendersi cura per venti minuti di un bambino in difficoltà. L’altruismo continua a crescere fino ad arrivare a qualche ora: la buona azione, in questo caso, potrebbe consistere nel badare al figlio di un’amica, lavorare per una sera in una mensa per poveri, accompagnare un gruppo di bambini allo zoo, e così via. Idealmente, il nostro esperimento sulla bontà sociale si conclude nel momento in cui la persona agisce come non avrebbe mai pensato di fare, portando a termine qualcosa che, alla vigilia, non era neppure in grado di immaginare. Questo percorso di bontà potrebbe avere a che fare anche con il donare il proprio tempo o denaro in favore dell’ambiente, ancora una volta in un’ipotetica scala distribuita da un minimo a un massimo di difficoltà.

Nel mio libro L’effetto Lucifero ho messo in evidenza le condizioni situazionali e sistemiche che favoriscono l’azione malvagia. Adesso, ricorrendo all’esempio del Generatore di Bontà, proviamo a servirci delle varianti di queste stesse condizioni in modo da provare a tirar fuori il meglio dalla gente.

Di seguito propongo 10 passi per promuovere la virtù civica e stimolare l’eroismo nelle persone di ogni Paese, giovani e meno giovani.

1. Incoraggiare ad ammettere i propri sbagli, accettare gli errori nei giudizi. Essere disposti a dire apertamente di aver commesso un errore riduce la necessità di giustificarlo, di portare avanti l’azione sbagliata o immorale. 

2. Incoraggiare la consapevolezza nelle persone, ricordando loro in vari modi di non vivere con il “pilota automatico”, ma di prendersi un momento per riflettere sulla situazione immediata, per pensare prima di agire, per non lanciarsi in maniera irrazionale in situazioni dalle quali sarebbe opportuno stare alla larga.

3. Promuovere un senso di responsabilità personale per le proprie azioni, rendendo le persone coscienti del fatto che le situazioni di responsabilità diffusa semplicemente celano il ruolo di ciascuno di noi in esse.

4. Scoraggiare anche le più piccole trasgressioni, gli imbrogli, i pettegolezzi, le bugie, i dispetti, le prepotenze. Questi piccoli atti rappresentano i primi passi verso comportamenti sempre peggiori.

5. Imparare a distinguere l’autorità giusta, alla quale si devono rispetto e obbedienza, dall’autorità ingiusta, nei cui confronti irriverenza e disobbedienza sono necessarie al fine di stimolarne il cambiamento. 

6. Promuovere il pensiero critico sin dai primi anni di vita del bambino. Chiedere delle prove a sostegno delle sue affermazioni, pretendendo che le idee siano sufficientemente elaborate, così da separare la retorica dalle conclusioni fondate sulla realtà. 

7. Premiare il modellamento sociale del comportamento morale, conferendo un riconoscimento pubblico a coloro che agiscono per il meglio, per esempio denunciando reati amministrativi o di stampo mafioso. 

8. Rispettare e apprezzare la diversità umana. Ciò è di fondamentale importanza poiché permette di ridurre la propensione a favorire il proprio gruppo di appartenenza, propensione che a sua volta conduce alla denigrazione degli altri, al pregiudizio e alla discriminazione.

9. Modificare le condizioni sociali in modo da far sentire le persone non più anonime bensì speciali, accrescendone l’autostima e promuovendo in loro un senso di valore personale.

10. Accorgersi di come il conformismo alla norma di gruppo possa talvolta essere controproducente e di come, in altri casi, l’autonomia debba avere la precedenza, a prescindere dal rischio di non essere accettati dal gruppo.

La mia attività di ricerca e le mie azioni socio-politiche in qualità di cittadino-scienziato sono oggi principalmente orientate a comprendere come promuovere la bontà anziché a dimostrare quanto facile sia trasformare brave persone in perpetratori del male. Per far ciò in modo efficace e su scala globale, ho fondato l’Heroic Imagination Project, un’organizzazione no profit con sede a San Francisco che sviluppa dei corsi – anche in Italia – allo scopo di stimolare le persone di tutte le età ad ambire a diventare eroi quotidiani (www.HeroicImagination.org).

Philip George Zimbardo, professore emerito all’Università di Stanford, è uno psicologo statunitense noto a livello internazionale. Numerosi i suoi libri tradotti in italiano.

Traduzione dall’inglese di Piero Bocchiaro.


RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Zimbardo P. (2007), L’effetto Lucifero (trad. it.), Raffaello Cortina, Milano, 2008.

 

 

Questo articolo è di ed è presente nel numero 262 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui