Paola A. Sacchetti

Sono un bravo bugiardo

Anche dire bugie senza farsi scoprire è una dote, ed è soprattutto maschile.

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Anche dire bugie senza farsi scoprire è una dote, ed è soprattutto maschile. O quantomeno è ciò che pensano i partecipanti allo studio coordinato da Brianna Verigin della Maastricht University. I ricercatori volevano studiare gli individui che si ritengono bugiardi esperti, come e a chi mentono e a quali strategie ricorrono per riuscirci senza farsi scoprire. I 194 soggetti reclutati per lo studio hanno risposto a un questionario su quanto si consideravano bravi a ingannare gli altri e sul loro comportamento da bugiardi: quante bugie avevano raccontato nelle precedenti 24 ore, il tipo di bugie dette (per esempio bugie “bianche”, omissioni, esagerazioni), a chi avevano mentito (familiari, amici, colleghi, datore di lavoro ecc.) e come lo avevano fatto (faccia a faccia, per telefono, sui social media o tramite e-mail). La seconda parte del questionario indagava le strategie che impiegavano per ingannare con successo, cioè come facevano a non farsi smascherare. 
Dai dati, il primo risultato inatteso riguardava il legame tra abilità nel mentire e genere: gli uomini avevano più del doppio di probabilità di considerarsi dei bugiardi esperti rispetto alle donne. Inoltre è emerso che quasi la metà (38.5%) di tutte le bugie è raccontata da un numero molto limitato di soggetti, solo 6 in tutto il campione (meno dell’1%), definiti dagli autori «bugiardi prolifici», e che il 39% ha affermato di non aver mentito il giorno prima. Dati non in linea con la letteratura sull’argomento, secondo cui la maggior parte delle persone dice 1 o 2 bugie al giorno. Per i ricercatori, si tratta solo di dati non accurati: infatti la media delle risposte coincide, con 1.6 bugie al giorno, tuttavia non è distribuibile su tutti i soggetti, poiché è un piccolo numero di bugiardi ad essere responsabile della maggior parte delle bugie segnalate.
Sono proprio i bugiardi più prolifici a ritenersi abili mentitori, e più le persone si ritengono brave a mentire, maggiore è il numero di bugie che raccontano al giorno, soprattutto bugie bianche ed esagerazioni, raccontate in particolare a colleghi, amici o partner, e prevalentemente in interazioni faccia a faccia. 
Infine, per verificare le strategie d’inganno, i soggetti sono stati suddivisi in base a come si consideravano – bugiardi mediocri, neutri o bravi – ed è emerso che la strategia più usata, indipendentemente dal fatto che si ritenessero mediocri o bravi, riguardava il tralasciare alcune informazioni. L’essere vaghi è infatti la strategia più indicata da chi pensava di non saper mentire, in modo significativamente maggiore rispetto agli esperti. Questi ultimi, invece, creavano una storia credibile, inserendo la menzogna tra informazioni veritiere e mantenendo le loro storie chiare e semplici. Chi si riteneva bravo, inoltre, attribuiva un valore maggiore alle strategie verbali per ingannare con successo, anche se tutti hanno indicato l’importanza del comportamento non-verbale per mentire in modo credibile, tra cui il non eludere lo sguardo dell’interlocutore e il non aumentare i movimenti del corpo.
Insomma, i maschi sono i bugiardi più bravi e sanno di esserlo. Manipolano in modo strategico il proprio comportamento verbale per raccontare storie plausibili, semplici e chiare, vicine alla verità, rendendo quindi le bugie più difficili da individuare. Per scoprire le loro bugie, secondo gli autori, saranno necessari nuovi studi partendo proprio da questi dati.

Articolo di Paola A. Sacchetti
Verigin B. L., Meijer E. H., Bogaard G., Vrij A. (2019), «Lie prevalence, lie characteristics and strategies of self-reported good liars», PLOS ONE, 14 (12): e0225566; doi.org/10.1371/journal.pone.0225566

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