Elettra Pezzica

Quanto occorre dormire per rimanere in salute?

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Un buon riposo notturno è incredibilmente importante per la nostra salute – a livello fisico, psicologico e cognitivo – e i consigli sul fabbisogno giornaliero di sonno diffusi dalla National Sleep Foundation sono molto chiari. Gli esperti consigliano un numero di ore fra le 8 e le 10 a notte per gli adolescenti, fra le 7 e le 9 per i giovani adulti e gli adulti, e fra le 7 e le 8 per gli anziani. Per questi motivi raccomandano costantemente di dormire almeno 7 o più ore a notte, indipendentemente dalla fascia d’età in cui ci si trova.

I risultati di un nuovo grande studio, pubblicato sulla rivista Sleep, mettono ora in discussione tale raccomandazione. I ricercatori hanno raccolto i dati sulla durata del sonno di 613 partecipanti a uno studio longitudinale incredibilmente lungo: ben 28 anni! La raccolta dei dati ha avuto luogo, infatti, dal 1985 al 2013. 

In base alla durata del sonno autoriportata, i partecipanti sono stati classificati in 4 diversi gruppi: «5 ore o meno», «6 ore», «7 ore», «8 ore o più». Nel corso dello studio, oltre al monitoraggio del proprio sonno, ogni partecipante ha dovuto eseguire periodicamente una serie di test cognitivi. Tali test coinvolgevano un’ampia varietà di abilità cognitive, come memoria, tempi di reazione e altre funzioni superiori. Inoltre i ricercatori hanno utilizzato la metodica della Risonanza Magnetica (MRI) per valutare diversi aspetti della struttura del cervello, in termini sia di sostanza grigia (contenente i corpi di neuroni) sia di sostanza bianca (coinvolgente le connessioni tra neuroni).
L’ipotesi degli autori era che le persone che dormivano costantemente almeno 7 ore a notte avrebbero avuto risultati migliori sia nei test cognitivi che nella struttura della sostanza grigia e bianca, rispetto alle persone che dormivano costantemente meno di quanto raccomandato dalle linee guida.

I risultati, tuttavia, hanno sorpreso gli stessi ricercatori. In generale, ciò che hanno scoperto è che, per la maggior parte delle persone, la durata del sonno rimaneva relativamente stabile lungo i 28 anni della rilevazione. Circa il 13% dei partecipanti dormiva circa 8 ore, il 45% 7 ore, il 37% 6 ore e il 5% 5 ore a notte. Inoltre, sorprendentemente, non vi erano differenze significative nella cognizione, né in nessuno dei parametri del cervello tra i diversi gruppi di durata del sonno. Pertanto, dormire 6 o anche 5 ore a notte non era associato di per sé a cognizione compromessa o a effetti negativi sul cervello. 

Ovviamente, lo studio non vuole in alcun modo negare l’importanza del sonno per la nostra salute e i ricercatori dichiarano chiaramente la direzione in cui i loro risultati dovrebbero essere interpretati: ossia, quando si valuta l’impatto del sonno sulla cognizione e sulla struttura del cervello, potrebbe essere fondamentale analizzare non solo la quantità, ma anche la qualità del sonno. Gli autori concludono che sono necessari ulteriori studi per chiarire meglio la questione e che nel caso in cui tali lavori confermino questi dati potrebbe essere necessario riprogettare le attuali linee guida sul sonno, promuovendo maggiore attenzione alla qualità dello stesso. Fino a quel momento, continuiamo a cercare di raggiungere le nostre 7 ore di sonno canoniche. 

di Elettra Pezzica

Riferimenti Bibliografici
Zitser J., Anatürk M., Zsoldos E., Mahmood A., Filippini N., Suri S., Leng Y., Yaffe K., Singh-Manoux A., Kivimaki M., Ebmeier K., Sexton C. (2020), «Sleep duration over 28 years, cognition, gray matter volume, and white matter microstructure: A prospective cohort study», Sleep, DOI:10.1093/sleep/zsz290

Questo articolo è di ed è presente nel numero 282 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui