Intervista a: Laura Parolin
di: Paola A. Sacchetti

Lo psicologo di base: una risposta concreta alle difficoltà, uno strumento per valorizzare risorse

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Con le difficoltà e il malessere esacerbati dai due anni di pandemia, diventa essenziale cercare altre soluzioni per rispondere alla crescente necessità delle persone di un supporto psicologico per poter affrontare un periodo di grande stress e difficoltà come quello attuale. Si tratta di un bisogno pressante e urgente, perché le problematiche di natura psicologica emerse o aggravatesi in questi ultimi due anni stanno portando alla luce una pandemia parallela a quella del virus: depressione, ansia, disturbi da stress, problematiche relazionali, disturbi del comportamento alimentare e del sonno, tentativi di suicidio sono aumentati in modo esponenziale e drammatico; il numero di persone che avrebbe bisogno di un sostegno psicologico è sempre maggiore, ma sono pochi quelli che possono permetterselo o che sanno come accedervi.

Dopo l’iniziale bocciatura del Bonus psicologo nella Legge di Bilancio 2022, le Regioni hanno cominciato a muoversi in autonomia proprio per fornire una risposta concreta all’esigenza di maggior tutela del benessere psicologico. La Campania è stata la prima Regione a istituire un servizio di psicologia di base, in cui lo psicologo affiancherà il medico di base e il pediatra nelle Asl di tutto il territorio. Il Lazio, proprio in seguito alla bocciatura del Bonus psicologo, ha deciso di stanziare 2.5 milioni di euro per fornire voucher con cui contribuire alle spese di un percorso psicologico e sostenere bambini e ragazzi in difficoltà. Il Consiglio regionale della Lombardia recentemente ha approvato una mozione per l’istituzione dello psicologo delle cure primarie, che ora dovrà essere approvata dalla Giunta per diventare operativa e consentire ai lombardi in difficoltà di accedere a percorsi psicologici di supporto.

Anche Emilia Romagna, Toscana e Sicilia si stanno muovendo per far approvare tale figura sui loro territori, in Veneto e in Umbria sono attive una serie di sperimentazioni. Cerchiamo di capire meglio di che cosa si tratta e che cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi.

Prof.ssa Parolin, ci può spiegare chi è e che cosa fa lo “psicologo di base”?

Lo psicologo di base è una figura professionale, speriamo al più presto inserita nei servizi della sanità pubblica, che si occupa di offrire un primo contatto di supporto psicologico gratuito alla cittadinanza, esattamente come succede con il medico di base. Un primo contatto significa poter raccogliere per tempo i bisogni dei cittadini, bisogni che, mi sento di dire, includono sia la necessità per i professionisti di intercettare la qualità (e quantità) della sofferenza, sia di mettere in campo azioni che valorizzino risorse e punti di forza.

Tra “psicologo di base” e “psicologo delle cure primarie” esiste una differenza o si tratta della stessa figura che opera in affiancamento al medico di medicina generale e ha solo diverse “etichette linguistiche”?

Si tratta della stessa figura. L’etichetta che sottolinea le cure primarie rappresenta forse con più evidenza il ruolo di contatto diretto con il territorio, come primo possibile accesso per le cittadine e i cittadini alla presa in carico psicologica.

In Lombardia, in cui Lei è Presidente dell’Ordine degli Psicologi, come abbiamo accennato è appena stata approvata la mozione per istituire la figura dello “psicologo delle cure primarie”. Se venisse approvata anche in Giunta, i lombardi come potranno accedere al servizio?

L’approvazione della recente mozione in Lombardia invita alla sperimentazione della figura dello psicologo delle cure primarie nelle Case di comunità, ovvero quei presidi territoriali che sono stati pensati all’interno della riforma del sistema sanitario regionale. Quest’ultima riforma, anche frutto del mancato decollo della legge Boldrini, ha visto quindi una organizzazione disomogenea a livello di regioni.

L’inserimento dello psicologo delle cure primarie all’interno delle Case di Comunità (previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, PNRR) permetterà di accorciare quella distanza tra la cittadinanza e i servizi che sicuramente la pandemia ha messo in luce. La cittadinanza potrà accedere al servizio attraverso il sistema sanitario, come già succede con il medico di base.

Lo psicologo di base, quindi, potrebbe realmente fare la differenza? In quali campi/aree in particolare?

Assolutamente sì. I dati allarmanti sulla salute psicologica degli italiani raccontati dalla cittadinanza (raccolti dal CNOP nel 2021), ma anche i dati che arrivano dalle strutture sanitarie in grande fatica (si pensi alle neuropsichiatrie, ma non solo), hanno sottolineato con evidenza come sia necessario mettere in campo strategie che abbiano un duplice intento: da una parte, accogliere in anticipo le difficoltà e la sofferenza psicologica delle persone (cioè prima che siano gravi abbastanza da richiedere il ricovero ospedaliero); dall’altra, mettere in campo azioni di informazione e prevenzione. Gli studi nazionali e internazionali ci mostrano l’utilità, l’efficacia e anche il risparmio economico per la società che questo tipo di iniziative possono avere (l’Inghilterra è sicuramente un esempio virtuoso).

Che cosa possiamo aspettarci e cosa dovremmo auspicare accada nel prossimo futuro?

Sicuramente dobbiamo auspicare che si realizzino fattivamente le iniziative di rinnovamento del nostro sistema sanitario. Siamo certi, ce lo dice anche l’OMS, che passata la fase emergenziale, resti un’emergenza per la salute psicologica. Emergenza che la pandemia ha solo illuminato, ma che era già una condizione precedente, figlia di una non sufficiente sensibilità rispetto ai temi della salute psicologica e della mancanza di un sistema di presidi di prossimità che potessero intercettare realmente i bisogni delle cittadine e dei cittadini. Sono fiduciosa che si possa aprire una nuova stagione.

 

Laura Parolin, psicologa psicoterapeuta, è Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia, Vicepresidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi e professoressa associata presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, in cui si occupa prevalentemente di psicodiagnostica clinica.

Paola A. Sacchetti, psicologa, formatrice, editor senior e consulente scientifico, da anni collabora con Psicologia Contemporanea, dove cura una parte della rubrica “Libri per la mente” e le “Interviste all’esperto”.