Paola A. Sacchetti

Le vostre intuizioni sono gratificanti?

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Vi è mai capitato che si “accendesse la lampadina” e vi venisse in mente un’idea risolutiva? Sono i momenti “Aha!” o di insight, in cui un pensiero o un’idea emergono improvvisi e producono una soluzione nuova, creativa. Come vi siete sentiti? Bene e molto soddisfatti, probabilmente. Gli studi hanno infatti evidenziato che l’insight spesso si accompagna a effetti piacevoli, come sorpresa, gioia, sollievo, e hanno ipotizzato che tali effetti agiscano come un meccanismo di ricompensa, spiegando così perché ci si impegna in attività di problem solving creativo, come fare cruciverba o rompicapi oppure leggere romanzi gialli.

I ricercatori della Drexel University di Philadelphia, per capire se vi fosse una relazione tra le attività neurali dell’intuizione e quelle della ricompensa, hanno sottoposto 44 volontari a un elettroencefalogramma (EEG) mentre risolvevano degli anagrammi. I partecipanti, dopo aver visionato un video in cui veniva spiegata loro l’attività – cioè individuare la parola nascosta in una sequenza di lettere, e come giudicare la propria soluzione, se derivata da un’intui­zione o da un ragionamento –, hanno risolto ognuno 185 anagrammi di 4 o 5 lettere, avendo a disposizione 16 secondi per ogni parola. Durante il compito l’EEG ha registrato le serie temporali di pressione del pulsante quando i soggetti trovavano la soluzione. Dopo la sessione i volontari hanno compilato alcuni questionari, tra cui la Reward Responsiveness Scale, per valutare la sensibilità alla ricompensa, un tratto della personalità che indica quando una persona è motivata a ottenere premi anziché evitare di perderli. Dalle analisi dei dati è emerso che i soggetti mostrano un picco di onde cerebrali gamma ad alta frequenza associate alle intuizioni. Ma solo le persone molto sensibili alla ricompensa hanno un altro picco, circa un decimo di secondo dopo, che ha origine nella corteccia orbito-frontale, una regione associata all’apprendimento della ricompensa e alle esperienze soggettive di piacere. Quindi, chi ha un’alta sensibilità alla ricompensa esperisce l’insight come fortemente gratificante, mentre le persone a bassa sensibilità, pur avendo intuizioni, le vivono come meno piacevoli. Questo risultato sembra indicare, perciò, che il segnale di ricompensa non è una caratteristica specifica delle intuizioni, ma il fatto che l’attività neurale correlata alla ricompensa si verifichi subito dopo l’intuizione suggerisce che sia innescata dall’intuizione stessa, e non sia il prodotto di una valutazione consapevole.

Quindi, i momenti “Aha!” producono un’esplosione di attività nel sistema di ricompensa del cervello, lo stesso che risponde ai cibi che preferiamo, a sostanze che creano dipendenza, agli orgasmi ecc., e possono chiarire le motivazioni che spingono alcuni a impegnarsi in attività, anche molto dispendiose in termini di tempo e di energie cognitive, quali l’enigmistica o le invenzioni, o perché alcune persone siano molto motivate in settori che richiedono la risoluzione di problemi complessi in modo creativo, come nel campo dell’ingegneria, del design e della ricerca scientifica: perché ne sono gratificate. 

Articolo di Paola A. Sacchetti

Oh Y., Chesebrough C., Erickson B., Zhang F., Kounios J. (2020), «An insight-related neural reward signal», NeuroImage, 214, 116757, DOI: 10.1016/
j.neuroimage.2020.116757

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