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Le rivelazioni del virus

Uno studio eccezionale rivela come cambia l’eros quando il mondo si ferma. Con primi risultati sorprendenti.

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Justin Lehmiller è la superstar della sessuologia atipica. Consulente per show divulgativi come Il sesso svelato, su Netflix; saggista; referente medico per la rivista Playboy; articolista per testate che vanno dal Washington Post a Vice; ricercatore al Kinsey Institute – più mille altri lavori incentrati sugli aspetti più insoliti del sesso. Inoltre il suo splendido sito “Sex & Psychology” si trova spesso sopra il mio nelle classifiche dei sex blog, quindi non proverò neanche a nascondere quanto lo invidi. Come se non bastasse, ha pure accesso a risorse e fondi che gli consentono di condurre studi affascinanti, come quello sull’impatto della pandemia sulla vita sessuale.

Lanciato a marzo con l’inizio dei lockdown, si è svolto via Internet su scala globale raccogliendo migliaia di informazioni attraverso sondaggi ripetuti a distanza di due o tre settimane. I partecipanti descrivevano la frequenza, la varietà, l’intensità, la soddisfazione e l’affettività delle loro vite erotiche pre- e post-Covid, fornendo anche dati sulle loro fantasie.

Le rivelazioni del virus

Se già fotografare tutti questi parametri sarebbe stato interessantissimo, i risultati più rivoluzionari sono emersi confrontando le loro variazioni nel tempo, specie in rapporto agli approcci adottati dai diversi Paesi nei confronti della pandemia. Le risposte continuano ad accumularsi, ma le prime analisi pubblicate hanno già rivelato gli effetti dell’isolamento – o, più genericamente, di una catastrofe mondiale – sulle nostre vite sessuali.

La riduzione degli impegni sociali ha attivato l’immaginazione. Il 35% dei partecipanti ha dichiarato di avere più fantasie sessuali, ma lo studio ha analizzato anche le finalità percepite di questa maggiore attività. Alcune voci significative sono state:

- trovare una qualche forma di conforto: 65%;

- fuggire dalla realtà: 39%;

- soddisfare esigenze irrisolte: 34%;

- rilassarsi o ridurre l’ansia: 33%;

- compensare la mancanza di part­ner: 31%;

- combattere la noia: 29%;

- esplorare nuove esperienze, sensazioni o tabù: 14%.

E l’obiettivo usualmente ritenuto “normale”, cioè rendere più eccitante un’esperienza di coppia o solitaria? Era riportato solo nel 49% dei casi, stabilendo una volta per tutte l’importanza delle fantasie sessuali come strumento di coping.

1 persona su 5 ha inoltre dichiarato che la pandemia ha cambiato i contenuti delle sue fantasie. Dall’esame di questo sottogruppo si è scoperto che:

- le fantasie erano completamente nuove: 47%;

- quella preferita è cambiata del tutto: 41%;

- erano presenti contenuti nostalgici: 39%;

- i loro contenuti erano più emotivi e meno direttamente sessuali: 35%;

- le fantasie riguardavano idee di trasgressione delle imposizioni del lockdown: 29%;

- esse contenevano immagini esplicitamente connesse alla pandemia e ai DPI (Dispositivi di Protezione Individuale): 3%.

Un’altra area dello studio si è concentrata poi sulle 7 fantasie principali identificate in una ricerca precedente. In ordine decrescente, si tratta di: sesso di gruppo, BDSM, novità, tabù, passione romantica, relazione multipla, variazioni di genere o inclinazione. Quando è stato chiesto se e come queste 7 fantasie fossero cambiate, è apparsa evidente l’esplosione dei contenuti romantico-affettivi, dal 28 a quasi il 40%. Benché sia impossibile generalizzare, è un dato coerente con quanto indicato dai sondaggi citati sopra, che solo parzialmente, per via delle separazioni forzate, segnalavano un desiderio di intimità e contatto. Al contempo, i numeri hanno sottolineato il calo di immagini più autoriferite, dove il partner ha un ruolo più vicino a quello di un sex toy.

Confrontando tutto ciò con le rassegne stampa dei primi mesi di lockdown, è affascinante notare quanto la narrazione mediatica del sesso fosse lontana dalla realtà. Probabilmente nel disperato e un po’ ingenuo tentativo di catturare qualche ascoltatore o qualche click in più, ricorderete come fioccassero le “notizie” di “esperti” che pontificavano sulla deriva «perversa» innescata dalla quarantena. Mentre l’ovvio aumento di vendite dei sex shop online e di visualizzazioni di siti porno veniva presentato come una nuova Sodoma e Gomorra, il mondo era invece in cerca di affetto e di riconnessione emotiva.

Aspetto con impazienza di conoscere i dati aggiornati e di leggere le prossime pubblicazioni che nasceranno dallo studio di Lehmiller. Intanto mi chiedo però quanto la riscoperta della tenerezza sia “solo” una reazione all’orrore di un infido virus e quanto, invece, sia l’effetto della tregua dal bombardamento perenne di stimoli che incitano alla competizione, al consumo, all’intolleranza. Sarebbe ben buffo se, liberi una volta tanto di coltivare qualsiasi sogno erotico senza l’ansia e la pressione di dover partecipare ai meccanismi della normalità, ci scoprissimo tutti finalmente “normali”.

Ayzad è il più attivo divulgatore italiano nel campo delle sessualità alternative. Autore di diversi testi di riferimento sul tema, è personal coach ed è stato nominato fra i 5 sex blogger più influenti al mondo per il suo sito www.ayzad.com

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Lehmiller J. J. (2020), Tell me what you want, Hachette Go, New York.
Lehmiller J. J., Garcia J. R., Gesselman A. N., Kristen P., Mark K. P. (2020), «Less sex, but more sexual diversity: Changes in sexual behavior during the Covid-19 Coronavirus pandemic», Journal of Leisure Sciences, June 26.

 

Questo articolo è di ed è presente nel numero 283 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui