Intervista a: Ilaria Consolo
di: Paola A. Sacchetti

Le droghe dello stupro

Intervista_droga dello stupro.png

Negli ultimi mesi siamo venuti a conoscenza di una serie di violenze perpetrate contro donne drogate o narcotizzate. L’ultimo caso riguarda un noto agente immobiliare di Milano, Oscar Confalonieri, che ha narcotizzato una coppia per poi stuprare per otto ore la donna. Dalle indagini sta emergendo un quadro preoccupante: sono almeno sette le vittime che lo hanno denunciato.

Nel pensiero comune, la domanda che emerge è perché un uomo, ricco, potente e che, almeno sulla carta, non dovrebbe avere alcuna difficoltà a trovare partner consenzienti ricorra alla violenza in stato di incoscienza. Eppure sappiamo che l’abuso e la violenza non hanno nulla a che vedere con il sesso. Per capire meglio questo fenomeno, abbiamo intervistato la Dott.ssa Ilaria Consolo, psicoterapeuta e vicepresidente dell'Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica di Roma.

Dott.ssa Consolo, innanzi tutto proviamo a fare brevemente chiarezza sulle cosiddette “droghe dello stupro” e sui narcotici usati per compiere abusi. Che cosa sono e quali effetti hanno?

Le droghe da stupro sono sostanze utilizzate per alterare le capacità psichiche di una persona e possono venire assunte senza che la vittima se ne accorga, venendo facilmente aggiunte a bevande e a cibi, o tramite iniezioni alle spalle in luoghi affollati. In genere sono sostanze facilmente reperibili, essendo utilizzate anche ad uso medico, e sono incolori, inodori ed insapori, per cui facilmente occultabili. Anche l’alcol è considerato una droga da stupro, ma necessitando di quantitativi più o meno elevati per raggiungere lo scopo e dipendendo il suo effetto dal cibo che si ingerisce nonché dall’abitudine a berlo, dal tipo di corporatura e dalla predisposizione genetica, in genere coloro che intendono approfittare della condizione di inferiorità psichica di un soggetto, preferiscono introdurre, magari nell’alcol stesso, sostanze sedative come le benzodiazepine, normalmente usate per gli stati ansiosi, sostanze ipnotiche o che alterano lo stato psichico con effetti dissociativi come l’LSD e gli allucinogeni. Tra le più usate vi è il Flunitrazepam (comunemente conosciuto come Rohypnol) che causa sonnolenza, stato confusionale e amnesia retrograda, e lo Zolpidem venduto in Italia con il nome commerciale di Stilnox. Molto usato poi il GHB (Acido Gamma-Idrossibutirrico), un farmaco impiegato nel trattamento dell’alcolismo (l’Alcover), che viene utilizzato sia come droga di abuso, sia come droga da stupro per i suoi effetti disinibitori ed euforici. Anche la Ketamina, farmaco anestetico per uso veterinario e umano, è largamente usata sia come droga da abuso che come rape drugs: ha un effetto molto rapido dall’ingestione (circa 15-20 minuti), ha un’azione amnesica e comporta allucinazioni che rendono difficile distinguere la realtà dalla fantasia.

Perché si usano le droghe dello stupro?

Si utilizzano per rendere più vulnerabili le potenziali vittime alle aggressioni sessuali, per inabilitarle e renderle incapaci di ricordare i dettagli e, in alcuni casi, la violenza stessa. Prescindendo dal consenso della vittima, la si rende incosciente per abusarne a proprio piacimento, come se fosse una “real doll”, un giocattolo sessuale inanimato.

Esistono profili psicologici diversi degli aggressori sessuali. Può delinearci quello di chi utilizza sostanze stupefacenti per compierle? Quale meccanismo psicologico porta una persona a narcotizzarne o drogarne un’altra per poi abusarne?

Nel caso di coloro che violentano con l’ausilio di droghe, probabilmente il sadismo, la perversione, l’antisocialità e quindi l’indifferenza nei confronti dei sentimenti altrui e l’incapacità di empatizzare, nonché il bisogno di controllo sono preminenti.  Sono individui che non si pongono limiti, desiderano ottenere subitaneamente ciò che vogliono e che, rendendo le vittime inermi, in completa inferiorità fisica e psichica mediante la somministrazione di droghe, le privano totalmente delle capacità umane per sentirle in loro assoluto potere. Come se l’eccitazione derivasse dall’abusare principalmente di un essere non più, o comunque non completamente, vivo.


Ilaria Consolo, psicologa, psicoterapeuta psicodinamica, svolge attività clinica e di supervisione a Roma e a Potenza; sessuologa clinica e vicepresidente dell’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica di Roma, è responsabile dei tirocini e docente presso il corso in Psicosessuologia. Da anni lavora nel campo degli abusi sessuali e dei maltrattamenti infantili con adulti e adolescenti e, come specialista in Dipendenze Patologiche, si occupa di interventi clinici relativi a dipendenti e loro familiari. Autrice de Il piacere femminile (Giunti, 2017).

Paola A. Sacchetti, psicologa, formatrice, editor senior e consulente scientifico, da anni collabora con Psicologia Contemporanea, dove cura una parte della rubrica “Libri per la mente” e le “Interviste all’esperto”.