Paola A. Sacchetti

Consumati dai segreti

È molto comune avere dei segreti. Ma ci sono segreti e segreti. Alcuni ci tormentano, si affacciano alla nostra mente in modo ricorrente, ci pensiamo e ripensiamo anche senza un motivo apparente.

Consumati-dai-segreti.jpg

Sono quelli che teniamo nascosti perché ci fanno provare sentimenti di vergogna. Quelli che invece tacciamo per senso di colpa non sono altrettanto insistenti. È quanto emerge dal nuovo studio della University of Columbia di New York, che ha indagato cosa rendesse, a lungo andare, alcuni segreti più insidiosi e dannosi per il nostro benessere, influenzando negativamente la salute mentale. Per capire come mai alcune delle cose taciute avessero il “potere” di tormentare maggiormente le persone, i ricercatori hanno intervistato 1000 soggetti, raccogliendo più di 6000 segreti. Per categorizzarli, hanno usato il Common Secrets Questionnaire, che include 38 categorie di segreti, tra cui uso di droga, aborti, infedeltà, eventi traumatici, disturbi mentali, segreti relativi alle finanze, allo scontento lavorativo, alla violazione della fiducia altrui ecc. Nella maggior parte dei casi, i soggetti avevano almeno un segreto che rientrava in una delle categorie e, per ogni segreto, è stato loro chiesto quale emozione vi fosse associata, con la versione adattata della State Shame and Guilt Scale, che valuta vergogna e senso di colpa. Infatti, secondo gli autori, la valutazione emotiva della segretezza può predire come le persone avrebbero vissuto questa condizione. Le emozioni di vergogna e senso di colpa sono quelle più spesso coinvolte negli eventi che si tengono nascosti, in quanto riferite ad aspetti che influenzano l’immagine di sé, a differenza delle emozioni di base, come la rabbia o la paura, che si riferiscono a qualcosa di esterno. Infine i partecipanti sono stati invitati a indicare quante volte, nei 30 giorni precedenti, avessero pensato al segreto spontanea­mente, in assenza della persona a cui lo si nascondeva e di altri fattori che ne sollecitassero il ricordo, e quante volte ciò accadesse durante le interazioni sociali con le persone interessate. 

Dai risultati è emerso che i segreti riguardanti la propria salute mentale, esperienze traumatiche o l’insoddisfazione per l’aspetto fisico tendono a provocare vergogna, mentre quelli inerenti al danneggiare una persona, al mentire o al violare la fiducia di qualcuno determinano più spesso sensi di colpa. Inoltre, erano i segreti che causavano sentimenti di vergogna ad essere quelli a cui si ripensava di più e a determinare maggior malessere, soprattutto quando tornavano alla mente in modo spontaneo. 

Ma perché queste tipologie di segreti producono risultati così diversi, tornando con minore o maggiore insistenza a tormentare chi li custodisce? Per i ricercatori ciò è dovuto al fatto che nascondere qualcosa di cui ci si vergogna ci fa sentire senza valore e impotenti, agendo quindi sulla visione che abbiamo di noi stessi, mentre il senso di colpa tende a farci provare dispiacere, rimorso o rimpianto, riguardando quindi le nostre azioni. Come fare, allora, per evitare di essere consumati dai segreti che abbiamo? Cercare di trasformare la vergogna in senso di colpa è un primo passo, sforzandoci di considerarli come qualcosa che riflettono il nostro comportamento, il quale è modificabile. Il senso di colpa, infatti, fa concentrare le persone sul “che cosa fare dopo”, quindi passare dalla vergogna alla colpa potrebbe aiutare a gestire meglio i segreti, riducendone gli effetti negativi di rimuginazione e conseguente malessere.

Slepian M. L., Kirby J. N., Kalokerinos E. K. (2019), «Shame, guilt, and secrets on the mind», Emotion, doi: 10.1037/emo0000542

Questo articolo è di ed è presente nel numero 274 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui