Paolo Legrenzi, Rino Rumiati

Conflitti, empatia ed intelligenza emotiva

Empatia e intelligenza emotiva sono due delle più importanti leve che gli individui possono manovrare nella dinamica negoziale volta alla risoluzione dei conflitti.

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I conflitti, indipendentemente dalla loro gravità o dal contesto in cui emergono, si configurano come condizioni interpersonali critiche in cui si consuma un contrasto tra il desiderio di una persona di conseguire un certo obiettivo e i desideri o gli obiettivi di un’altra persona.

La necessità di prestare una particolare attenzione agli aspetti emotivi e alla gestione efficiente della comunicazione tra i contendenti è implicitamente suggerita nel saggio monito proposto da Fisher e Ury (1981): «Attaccare il problema e mai la persona». Allora, bisogna essere empatici e sfruttare la propria intelligenza emotiva!
Quante volte, infatti, una disputa nasce da un’evidente mancanza di empatia e non da preferenze realmente differenti tra i contendenti? Spesso non si è sicuri di sapere ciò che gli uni si aspettano dagli altri, o ancora non si è molto bravi a capire le emozioni espresse e a rispondere emotivamente in maniera coerente con la situazione.

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L'empatia è la capacità di sintonizzarsi emotivamente e mentalmente con le persone con le quali interagiamo, una capacità umana innata che può essere migliorata (Decety, 2015). È proprio questa particolare attitudine che ci permette di cogliere quello che gli altri provano senza bisogno che lo esprimano verbalmente, un’attitudine che ci dà la possibilità di capire se una disputa si manifesta per la mancanza di empatia o a causa di preferenze, anche non espresse, realmente differenti. Essa ci consente non solo di “leggere”, capire, compatire, ma anche di influenzare i sentimenti e i pensieri degli altri.

Spesso le persone invischiate in una controversia o che tentano di dar vita a una trattativa tendono ad essere riluttanti a fornire informazioni alla controparte per promuovere un’apertura comunicativa che consenta loro di far avanzare il processo di risoluzione.

Tuttavia muovere le prime mosse in maniera empatica potrebbe favorire la costruzione di un clima di benevolenza e fiducia reciproca. Scambi comunicazionali sostenuti dalla leva empatica possono concorrere a ridurre la propensione ad attivare un comportamento aggressivo, a incoraggiare la diminuzione della conflittualità e a migliorare la gestione della condizione conflittuale.

L’intelligenza emotiva è una competenza essenziale per un negoziatore, cioè per chiunque si appresti a risolvere una disputa con un approccio negoziale. Già McClelland nel 1973 aveva esaltato gli effetti nelle relazioni interpersonali di tale abilità. Più tardi, Salovey e Mayer (1997) hanno delineato il perimetro in cui si manifestano le componenti tipiche dell’intelligenza emotiva, includendo 5 ambiti principali: la conoscenza delle proprie emozioni o autoconsapevolezza, cioè la capacità di riconoscere un sentimento o una reazione emotiva nel momento in cui si provano; il controllo delle emozioni inteso come capacità di modulare i sentimenti coerentemente con il grado di autoconsapevolezza; la capacità di dominare le proprie emozioni per meglio orientare la propria azione al raggiungimento di un obiettivo; il riconoscimento delle emozioni degli altri che permetterà di stabilire relazioni efficienti e soddisfacenti; la gestione delle relazioni che emerge dalla capacità di controllare e dominare le emozioni degli interlocutori.

Sono, dunque, queste componenti tipiche dell’intelligenza emotiva che consentiranno all’individuo di essere flessibile e di mostrare un buon autocontrollo quando dovesse impegnarsi nell’arena negoziale. È anche grazie alla costellazione dell’intelligenza emotiva e alla sua gestione competente che il negoziatore potrà impegnarsi a conquistare la fiducia della controparte per procedere a una soluzione condivisa della disputa, nella consapevolezza che esercitare impulsivamente l’espressione emotiva può dare origine a numerose incomprensioni e talvolta alimentare il conflitto.

 

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
Decety J. (2015) («The neural pathways, development and functions of empathy») , Current Opinion in Behavioral Sciences, 3,1-6.
Fisher R., Ury W. (1981). Getting to YES: Negotiating agreement without giving, Boston, Houghton Mifflin.
McClelland, D.C. (1973) «Testing for competence rather than for “intelligence”», American Psychologist, 28, 11-14.
Salovey P. e Mayer J. D. (1990) «Emotional intelligence, in Imagination, Cognition, and Personality», 9, 185 - 211.