Comunicazione suggestiva

Molti pregiudizi contro l'ipnosi clinica possono sparire se la consideriamo un metodo preposto non ad addormentare il paziente, ma a risvegliare in lui risorse latenti.

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Negli ultimi quarantacinque anni ho praticato e insegnato ipnoterapia in tutto il mondo. Il mio viaggio alla scoperta dei benefici dell’ipnosi ha avuto inizio nel 1973, quando ho incontrato per la prima volta Milton H. Erickson, psichiatra, considerato la figura leader nel XX secolo per lo sviluppo dell’ipnosi. Erickson era rinomato per i suoi approcci brevi e strategici alla psicoterapia. Sono diventato suo allievo e mi sono trasferito a Phoenix, in Arizona, per stargli più vicino.

Sfortunatamente, l’ipnosi è comunemente ritratta dai media come una tecnica di influenzamento autoritario in cui un operatore energico e dispotico inculca suggestioni in uno sventurato soggetto “addormentato”. Tuttavia, non è questo il caso della moderna ipnosi clinica. L’ipnosi clinica è una forma di comunicazione suggestiva che viene utilizzata per risvegliare nelle persone possibilità che non contemplano; non un metodo usato per addormentarle.

L'ORATORE E IL PILOTA

Quello che segue è un ipotetico esempio. Un paziente viene nel mio ufficio a causa di un’ansia paralizzante data dal fatto di non poter prendere un aereo senza avere un attacco di panico. Gli chiedo quale sia la sua professione e mi risponde di essere è un “oratore motivazionale”. Un altro paziente si presenta nel mio ufficio per un’ansia debilitante dovuta al fatto di non riuscire a parlare tranquillamente davanti a un pubblico. Gli chiedo quale sia la sua professione e mi dice di essere un pilota collaudatore. Sia l’oratore motivazionale che il pilota collaudatore hanno notevoli risorse in un contesto, ma si sentono impotenti in un altro.

Offrire a questi pazienti informazioni su come poter attingere dalle risorse impiegate in un contesto, per superare le ansie nell’altro contesto, non è di aiuto. Per esempio, non funzionerebbe se spiegassi al pilota collaudatore: «Dal momento che lei può comodamente guidare a “volo rovesciato” a 800 km all’ora ed essere abbastanza rilassato, basta che usi quello stato di rilassamento quando parla di fronte a una platea»; o se dicessi all’oratore motivazionale che può usare la serenità e la facilità che ha di fronte al pubblico per applicarle alla fobia del volo. Quello di cui c’è bisogno, piuttosto, è un’esperienza suggestiva che connetta tali pazienti a risorse interne precedentemente non sfruttate: l’ipnosi è un modo per fare questa esperienza. Per esempio, potrei usare l’ipnosi con il pilota collaudatore per propiziare in lui uno stato di rilassamento quando parla di fronte al pubblico, ricorrendo alla ripetizione mentale e alla proiezione futura del successo. (CONTINUA SULLA RIVISTA...)

Questo articolo è di ed è presente nel numero 261 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui