Alessio Beltrami, Luca Mazzucchelli

Come creare contenuti utili e distribuirli

Per il professionista del benessere psicologico che per farsi conoscere utilizzi il web è importante studiare i contenuti giusti e capire come proporli. All’utente si devono offrire un valido motivo per soffermarsi proprio su quella pagina e un link da cliccare subito.

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Ogni professionista del benessere può intercettare nuovi pazienti grazie ai contenuti pubblicati online. Questa non è un’idea o una casistica riservata a pochi eletti, ma è la normalità, perché rispetta un assioma della comunicazione online: fornire risposte alle domande degli utenti per guadagnare la loro fiducia.

Potremmo dire per ciò che realizzare contenuti che rispondano alle domande dei pazienti è il primo passo per guadagnare la loro fiducia, e, come sappiamo, la fiducia è una componente indispensabile per avvicinare nuovi pazienti allo studio.

I pazienti ci conosceranno attraverso i contenuti, e per loro testi, video e immagini sostituiranno il primo incontro. Attenzione, questo non significa che un articolo sul nostro blog o un video equivalgano a un primo colloquio con il paziente, ma, nel gioco di percezioni, leggere di noi o vederci in video riuscirà a trasferire al paziente informazioni sufficienti per generare nella sua testa alcune immagini associate alla nostra figura.

In quel momento prenderemo forma e passeremo dall’essere degli emeriti sconosciuti all’essere un volto con nome, cognome e idee. Questo ha portato negli ultimi anni molti bravi professionisti a concentrarsi sulla produzione di contenuti. Hanno capito l’enorme vantaggio che deriva dalla creazione di contenuti, e da allora non si sono più fermati.

Ultimamente, però, si è capito che la sola produzione non basta a rendere profittevole tale attività. Per essere più precisi, potremmo dire che i pazienti raggiunti dal messaggio ne rimangono colpiti positivamente, ma l’anello debole sta diventando la portata dell’utenza che si riesce a raggiungere.

Ci s’imbatte, cioè, nel problema della sottile differenza tra creare e distribuire. Se attraverso i nostri canali riusciamo a raggiungere un certo quantitativo di pubblico, non sarà aumentando la produzione di contenuti che riusciremo ad aumentare il nostro bacino di utenti. È vero, più contenuti aumentano la possibilità di allargare il nostro pubblico, ma non in maniera proporzionale. Per ciò dobbiamo iniziare a ragionare per distribuire e promuovere in modo strategico i nostri contenuti. 

Queste sono 7 strade che ogni professionista della salute dovrebbe intraprendere dopo aver creato un contenuto. Ognuna di esse richiede energie e concentrazione, ma nessuna chiederà di creare da zero nuovi contenuti. Vediamo dunque i 7 acceleratori per promuovere un contenuto online senza crearne di nuovi.

1. Newsletter. Chi ha deciso di comunicarci la sua e-mail per essere aggiornato su ciò che facciamo ci ha detto una cosa semplice: «Fammi sapere cosa fai perché m’interessa». Ogni volta che creiamo un nuovo contenuto è nostro dovere aggiornarlo. Se poi abbiamo la possibilità di profilare in maniera precisa gli iscritti alla nostra news­letter, questo ci permetterà di fare qualcosa in più di un semplice invio di aggiornamento; ma anche con una normale lista otterremo risultati positivi.

2. Cambiare formato. Online possiamo facilmente cambiare la forma di un contenuto. Così, un video diventa un testo, grazie alla sua trascrizione, o un audio, esportando la parte audio per creare un podcast e così via. Il risultato è quello di raggiungere con lo stesso messaggio persone che abbiano abitudini differenti nel consumo delle informazioni.

3. Creare degli estratti. Quando siamo in presenza di contenuti corposi che richiederebbero molto tempo per essere consumati, è buona prassi estrapolare delle piccole porzioni significative per avvicinare gli utenti. Avremo così modo di suscitare curiosità e interesse con un piccolo estratto. Se, per esempio, avessimo girato un video di 30 minuti, potremmo individuare un paio di passaggi particolarmente interessanti e creare due video di 90 secondi l’uno. In tal caso offriremmo all’utente la possibilità di andare dritto al punto e, guadagnata la sua attenzione, l’idea di guardare il video integrale di 30 minuti si farebbe più plausibile. Questo può accadere anche con un testo molto lungo o con un file audio. Il principio è il medesimo: offri un assaggio significativo e invitante che, richiedendo poco sforzo all’utente, riesca a ricompensarlo.

4. Riproporre sui social. Sembrerà assurdo, ma sono molti i professionisti che una volta creato e pubblicato il contenuto non ritengono opportuno informare la propria rete di contatti sui social.

Invece dobbiamo far sapere ai contatti Facebook, ai fan della fanpage, ai contatti LinkedIn ecc. che abbiamo pubblicato un nuovo contenuto. Lo possiamo fare diffondendo il link e offrendo un valido perché per approfondire. Il perché non è una descrizione didascalica di ciò che troveranno nel contenuto, ma un motivo reale per cui valga la pena leggere il tuo articolo. Ricordiamoci quello che chiediamo alle persone: interrompere ciò che stanno facendo, per rivolgere la loro totale attenzione al nostro contenuto. Per riuscirci dobbiamo offrire un buon perché e un link da cliccare. 

5. Riproporre a distanza di tempo. Questo è uno degli errori più comuni: pensare che un contenuto realizzato tempo fa non abbia più possibilità di generare interesse. Non è così, perché ogni nostro contenuto raggiunge solo una minima parte del nostro bacino di utenti e riproporlo a distanza di tempo significa offrire la possibilità di scoprirlo e apprezzarlo a chi se l’era perso.

La forza dei contenuti online è che rappresentano il nostro biglietto da visita anche se realizzati tempo prima. Un vecchio articolo che abbiamo scritto l’anno scorso, oggi si guadagnerà le attenzioni di un nuovo paziente che scoprirà il nostro lavoro e il nostro nome.

6. Aggiornare e riproporre. Può succedere di trattare argomenti che richiedano aggiornamenti in quanto legati all’attualità o dati scientifici in continuo aggiornamento. È l’occasione migliore per presentarci di fronte agli utenti con informazioni aggiornate seppur comprese all’interno di un vecchio contenuto.

7. Sponsorizzare. L’idea di sponsorizzare i nostri contenuti anche con un piccolo budget su Facebook e Google non è affatto stupida. L’unica considerazione che possiamo fare per lo spazio a nostra disposizione è di dare la massima priorità alla possibilità di targettizzare il pubblico: non stiamo “sponsorizzando” un contenuto su Facebook, ma verso un pubblico ben definito, ed è anche la capacità di individuare le caratteristiche giuste di questo pubblico a determinare il successo della nostra sponsorizzazione.

Questo articolo è di ed è presente nel numero 270 della rivista. Consulta la pagina dedicata alla rivista per trovare gli altri articoli presenti in questo numero. Clicca qui